Ha lasciato il San Paolo in silenzio, scuro in volto. Non è stato un bel fine settimana, per Aurelio De Laurentiis. E l’inizio di questa si annuncia anche peggiore. Perché la sconfitta di ieri sul campo e quella annunciata per oggi fuori dal campo, in un’aula di giustizia sportiva, il Napoli rischia uno smottamento in classifica: cinque punti in meno rispetto al previsto, non un modo felice per scambiarsi (oggi a pranzo) gli auguri di Natale. La stagione improvvisamente diventata grigio fumo di Londra. Nessuno poteva immaginare qualcosa del genere un mese fa. Il Napoli lanciato, pronto a giocarsi le sue carte alla pari con la Juve. Ora i punti di distacco sulla capolista sono otto e potrebbero diventare addirittura dieci. No, il presidente non poteva avere certo un umore positivo mentre lasciava il San Paolo con i tifosi che evocavano (e non certo per fargli gli auguri di buone feste) il suo nome. Perché il calcio è questo e quando le cose non vanno bene le colpe sono o del tecnico o della società. Soprattutto della società se poi si è alla vigilia della riapertura del mercato e la squadra che sembrava costruita per grandi obiettivi, all’improvviso si scopre fragile e incompiuta.
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