Big ben ha detto stop, però il mercato vive, ha ancora una ventina di giorni disponibili, va al di là delle liste Champions (che poi si aggiornano), induce a riflettere e magari a scuotersi un po’: Andujar, Koulibaly, Michu, poi un vuoto pneumatico divenuto anche ingombrante, la necessità di cercare (almeno) un mediano e di ritrovarsi spiazzato su chiunque, da Gonalons in giù. Eppure è il Napoli e va da sé che servono interventi, affinché non si voglia essere costretti a vivere di rimpianti, un giorno. E allora, il riassunto delle puntate precedenti rappresenta la situazione stazionaria d’una domenica di passione, con Benitez chiuso nel proprio ufficio fino a sera per cercare di inventarsi un mondo nuovo: Fellaini (27), Lucas Leiva (27), Kongodbia (21), Camacho (24), Manolas (23), Agger (29) Rojo (23), c’è materiale umano su cui meditare e anche altro da scovare. Perché ora arrivano i preliminari, ma poi ci sarà una stagione intera.
LET’S GO. Viva, viva, viva l’Inghilterra, ch’è terra fantastica, pure calcisticamente: Fellaini è al Manchester United, Lucas Leiva è al Liverpool e il Napoli è lì con la testa, in attesa d’una risposta che starebbe per arrivare e invece tarda ad atterrare sui tavoli di Castelvolturno. La storia è nota e gli aggiornamenti inducono a starsene ancora sulle rive del mercato: ma Lucas Leiva rappresenta la pista più praticabile, non avendo alle spalle un investimento da trentaquattro milioni di euro «patito» dal Manchester United per Fellaini.
L’UNO E L’ALTRO. E quindi, nel caso, si acceleri almeno per il brasiliano, per riuscire ad avere una fonte di interdizione in mezzo al campo e per potersi pure permettere un minimo di turn-over. La preoccupazione che vibra è l’organico ridondante, quella struttura elefantiaca che comprende «pesi» economici rappresentati dalla somma degli ingaggi di Gargano, Donadel, Rosati Fideleff, Dzemaili, Pandev & company; i presidenti sono manager e De Laurentiis stavolta osserva prima i conti, poi semmai agisce. Ma Lucas Leiva non esclude Fellaini e il belga non elimina il brasiliano: le caratteristiche sono compatibili, la fusione tra i due sarebbe naturale, però ci sono anche Gargano, Dzemaili e Radosevic…
IN DIFESA. Il resto è collegato direttamente a Fernandez: dalla valigia dell’argentino, in caso di partenza, può (potrebbe) uscire la volontà a sorpresa di andare a tappare quel buco, facendo però in grande. La sfida alla Juventus e alla Roma sta per spostarsi sul mercato, perché il greco Manolas piace anche al Napoli, ma costa «appena» quindici milioni; il sempreterno Agger ha un suo fascino e resta inchiodato nel listone della spesa che lascia un posto anche all’argentino Rojo.
NELLE RETROVIE. – Bisogna avere una serie di opzioni per fronteggiare l’attuale immobilismo del Napoli, impigritosi intorno ai soliti «noti»: in mezzo, laddove dicono ci sia la verità, serve gente capace di rompere e ricostruire, occorre fisicità. Per esempio Kondogbia, francese del Monaco, è sempre piaciuto: il Monaco lo acquistò dal Siviglia per venti milioni e dunque servirebbero i soldi della Champions; quelli che eventualmente cambierebbero la scena e condurrebbero il Napoli nel bel mezzo del combattimento del mercato, nel quale non è mai seriamente entrato. E dunque: bisognerà prima qualificarsi e poi «sparare» i propri colpi in quattro giorni appena. Mah…
Fonte: Corriere dello Sport
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