Credere (in se stessi); e poi obbedire (alle indicazioni del mercato); e infine combattere (a oltranza): il futuro è adesso, in quella dimensione onirica che va la pena di vivere, in quel film che è un cinepanettone gustosissimo. «Questo è il miglior avvio di stagione degli ultimi venticinque anni; abbiamo dodici punti in più rispetto all’anno scorso; sarà importante lottare, vogliamo essere competitivi e ce la giocheremo fino alla fine». Juve-Napoli è il match che t’aspetti d’un anno (altrettanto) indimenticabile e mentre ‘o surdato ‘nammurato fa da colonna sonora del San Paolo, la musica per le orecchie d’una città ormai stordita da quegli effetti specialissimi del Terzo Millennio è nell’ottimismo (contagioso) d’Aurelio De Laurentiis, nella sua visione dell’esistenza che verrà. «La Juventus è una grande squadra, con una grandissima società e una storia notevole alle spalle. Essere vicini a loro è per noi motivo di grande prestigio e durante una stagione tutto può accadere. Il campionato è lì, bello e vivace, e ce lo vogliamo giocare».
IL MERCATO – Il muro del silenzio, un paio di mesi standosene nella penombra e immerso nella celluloide ( «sono stato a lungo negli Usa» ) si sgretola in un due dicembre che sembra lo spartiacque ambientale d’una stagione entusiasmante: cinque reti al Pescara, la terza vittoria consecutiva, il Milan dimenticato e una prova di forza e di spregiudicatezza esibita affinché la Juventus e l’Inter, la Lazio e la Roma, la Fiorentina e chiunque altro capiscano quale Napoli sia venuto fuori nel nono anno ell’era De Laurentiis. «Se dovessimo individuare sul mercato l’uomo giusto che fa al caso nostro, lo prenderemmo e però stando sempre attenti al nostro organico, agli equilibri interni. Io sono molto responsabile e voglio che il mio Napoli sia protagonista a lungo termine. Non comprerei per il gusto di farlo. Con Bigon e Mazzarri abbiamo agito per il miglioramento della rosa, penso ci siamo riusciti. Poi bisogna aver pazienza, far crescere i nostri giovani, come Vargas: vedete Hamsik – che tutti ci invidiano – cosa è diventato, avendo avuto la possibilità di crescere in un bell’ambiente».
CARO WALTER – Juventus prima, Napoli a due punti e poi il resto della serie A: ma in quell’universo che De Laurentiis può osservare dall’alto, e però senza avvertire giramenti di testa, s’intravedono nuovi orizzonti ed ulteriori scenari, racchiusi intorno a Mazzarri, alle sua volontà di restare o di “staccare”, ad un rapporto che resta confinato – per il momento – nella scadenza di giugno 2013 e che poi concede solo ampie interpretazioni. «Io con gli allenatori mi comporto come con i registi: firmiamo delle esclusive, con possibilità di ripeterle nel tempo. Se andassi ora da Mazzarri a dirgli di lavorare altri due anni con me, rompendogli le scatole mentre è concentrato sul campionato, rischierei di farmi dire di sì solo perché si sentirebbe sotto pressione. E invece ci sarà un momento in cui riunirsi, discutere di ogni aspetto e valutare se continuare o dirsi arrivederci, con la massima stima».
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