La scossa. Tra tre giorni l’Atalanta, ieri le parole. La sconfitta col Chievo, dove si è consumato la fine del sogno scudetto, è messa in un angolo. Il chiarimento verbale di Aurelio De Laurentiis, che era nell’aria, annunciato e previsto fin dalle ore successive la gara del Bentegodi, si è compiuto poco dopo le 13,30: venti minuti di confronto con i giocatori nello spogliatoio, presenti Mazzarri e Bigon. «Il secondo posto e la qualificazione in Champions sono per questa società obiettivo primario. Nessuno qui pensava di poter vincere lo scudetto, quindi nessuno si senta abbattuto per come stanno andando le cose. Il vero campionato inizia adesso: difendiamo questa posizione dall’assalto di chi ci insegue», è il succo delle frasi pronunciate dal patron azzurro davanti a Cavani e a tutti gli altri.
Nessun processo. Ci mancherebbe. E non c’era nessuno che si aspettava che il presidente indossasse la toga del pubblico accusatore. E infatti non lo fa. Anzi, difende tutto e tutti. Senza mettere mai nessuno, neppure per un istante, sul banco degli imputati. Il presidente azzurro è qui per rincuorare, sostenere e spronare il Napoli. Il suo Napoli. Esattamente come fece più o meno 11 mesi fa, dopo il capitombolo interno proprio con l’Atalanta, prossimo avversario degli azzurri.
E allora come oggi, De Laurentiis ha smesso i panni del boss della società e si è travestito quasi da psicologo per cercare di dare alla squadra quella serenità che magari qualcuno poteva aver perso in queste ultime settimane. Niente bastone, solo carote. E parole di sostegno per tutti. Oltre all’invito a non lasciarsi abbattere dalle critiche e dalla attese dell’ambiente. La linea De Laurentiis per dare la sterzata nel momento più buio della stagione azzurra è nitida e ben chiara fin da subito. «Siamo ancora lì, non è successo nulla», ha ribadito al gruppo che lo ha ascoltato in silenzio.
Il patron azzurro ribadisce poi sul canale twitter ufficiale del club azzurro: «Ho voluto dare la carica a tutti per questa parte finale di campionato da considerare come un torneo a parte dove sono certo che tutti daranno il massimo». Già, dieci partite, trenta punti in palio e la pole position nella griglia che porta al traguardo Champions: +2 dal Milan, terzo incomodo, e da tutte le altre che inseguono il piazzamento d’oro che dà l’accesso ai gironi e al jackpot milionario che la Uefa garantisce fin da subito.
Un modo per eliminare gli eventuali cattivi pensieri di chi si sente poco in sintonia con la causa: «Dobbiamo essere uniti in questa corsa che è molto importante per la società». Un nuovo attestato di fiducia al tecnico e a tutta la squadra, che non vince da un mese e che magari si sente per questo motivo presa dallo sconforto. Non buttatevi giù, ha spiegato ancora, non era la rincorsa alla Juventus l’obiettivo di questa stagione. «Dobbiamo tornare in Champions», ha spiegato a tutti. Per ragioni economiche, ovvio, ma anche di prestigio, di vetrina internazionale di un club che in questi anni ha fatto salti da gigante entrando persino a far parte della classifica di Forbes delle società più ricche del mondo.
La stagione del Napoli cammina sul filo. Non c’è rete di protezione. Di sotto si spalanca il vuoto: Atalanta e poi, dopo la sosta, il Torino e il Genoa prima del match della verità (l’ennesimo) contro il Milan a San Siro a metà a aprile. Sono improvvisamente le più importanti degli otto anni della gestione De Laurentiis, perché possono condurre alla Champions. Tutto o niente, in pochi giorni.
De Laurentiis non era né arrabbiato e neppure deluso. Ha voluto capire, far sentire la sua voce, dare coraggio. E poi ha anche ascoltato. Si è fermato per pochi minuti con i big: Cavani, Hamsik e Cannavaro. Li ha interrogati a modo suo, chiedendo notizie sulla condizione atletica. Al Matador ha di nuovo fatto gli auguri per il secondo figlio nato meno di una settimana fa. Quando sono da poche trascorse le 16, il grande capo del club azzurro lascia Castelvoltuno. Fuori piove a dirotto. Nel frattempo ha salutato il capo delle operazione del club Alessandro Formisano.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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