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De Laurentiis risponde a Nicchi: “Chiedo solo imparzialità”

Il presidente del Napoli risponde alla dichiarazioni di Nicchi

EGALITE’. E’ tutta lì, ovviamente, la questione, in questo calcio che resta chiuso in se stesso, che preferisce rintanarsi nella sua “vecchiaia” e negarsi la modernità: poi succede che le telecamere ripetutamente mostrino ciò ch’è (realmente) accaduto e crescano i disagi collettivi su cui si concentra De Laurentiis, ripensando a Napoli-Juventus. «Il pensiero personale che ho inteso esprimere ha l’unico significato di evidenziare l’inadeguatezza dell’attuale sistema e la necessità di una urgente revisione dello stesso, come l’introduzione della moviola che da più anni ho sollecitato. Moviola che peraltro viene utilizzata in molti sport professionistici».

OH, PRESIDENTE. Il buongiorno è per una telefonata “istituzionale” a Carlo Tavecchio: c’è un campionato che continua e adesso va oltre Napoli-Juventus; e va ormai (pur) al di là dei meriti riconosciuti alla “Vecchia Signora”; e perché concentra in sé adesso un ampio spaccato – un girone di ritorno intero – nel quale entrano in palio la qualificazione Champions ed una equità di giudizio che De Laurentiis invoca in questa sorta di lettera aperta a Nicchi, scatenata da un dialogo a distanza sul quale mettere un punto. «Non mi sorprende che il capo degli arbitri abbia voluto difendere chi aveva commesso gravi errori. I mie tweet sono semplici, essenziali ed assolutamente non offensivi, poiché fotografano la realtà dei fatti ampiamente poi condivisa e ribadita da gran parte dei media».

OMBRE CINESI. Ma tutto torna, anche la Supercoppa del 2012 e il “Nido d’uccello” e un passato che viene utilizzato per scandire il biennio d’un silenzio rispettoso, privo di riferimenti e di populistiche ribellioni: «Da Pechino non ho più giudicato alcun episodio arbitrale, così come non hanno espresso giudizi né tecnico e né squadra. Questa volta, però, in una partita così delicata, la macroscopicità degli errori è stata tale che ho ritenuto evidenziarli».

SETE DI GIUSTIZIA. Perché la legge (pure quella del calcio) sia eguale per tutti, e non ci si siano sospetti, né vaghe allusioni; perché sin da subito si possa collocare il pallone al centro d’un villaggio sgombero da tossine; e perché magari questo Napoli-Juventus rappresenti un limpido spartiacque in cui (ri)costruire senza correre il rischio di ritrovarsi fatalmente in fuorigioco, semmai per una (influente) questione di centimetri: «Venendo dal cinema sono stato educato per la democraticità e per la libertà d’espressione. La critica è sempre stata costruttiva per migliorare le prestazioni di tutti noi protagonisti, inclusi gli arbitri che devono assolutamente, per professione e per cultura, essere rigorosissimi nell’imparzialità».

Fonte: Corriere dello Sport
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