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De Laurentiis: “Per l’attacco non compriamo più nessuno”

Il presidente azzurro: "Auguro a Prandelli un ottimo europeo"

Stratega lo è sempre stato. Ma nel cinema, quando fin da ragazzo seguiva lo zio Dino e cercava di carpire i segreti di quel mondo così affascinante quanto insidioso. Stratega nella produzione, e poi anche nella distribuzione.
Nel calcio, invece, De Laurentiis ha cominciato a diventarlo per gradi, a piccoli passi, step by step. Otto anni, però, sono bastati per comprendere taluni meccanismi di calcio mercato, evitare tranelli, ponderare le mosse. Oggi De Laurentiis è diventato un abile stratega anche nel mondo del pallone. Sa depistare e bluffare. Intervenire e defilarsi. Più che giocatore di poker, imprenditore astuto ed avveduto. «Jovetic? Non mi risulta sia nella lista della spesa del Napoli», dice, intervenendo a «Marte sport live» la rubrica della radio-partner del club. In realtà può essere anche un’affermazione veritiera quella di De Laurentiis. Nel momento in cui sta per innescarsi un’asta intorno a un calciatore pur apprezzato e stimato, il patron si defila. A lui le aste non sono mai piaciute. Specie nel calcio dove abbondano ancora millantatori e gente senza scrupoli. Jovetic non è nella lista della spesa del Napoli. O perlomeno al momento non lo è più. Come non lo era stato Quagliarella due anni fa e Inler l’estate scorsa. Tranne poi piombarsi su entrambi ed assicurarli a Mazzarri.

BENE CON PANDEV – «Avendo formalizzato l’acquisto di Pandev, non abbiamo più bisogno di calciatori in quel ruolo», prosegue il patron. E fa l’elenco del parco attaccanti, inserendo due giovanissimi che la serie A non la conoscono, se non a malapena come il cileno acquistato lo scorso gennaio per undici milioni di euro. «In avanti siamo coperti. Il Napoli annovera tra i suoi tesserati gente come Insigne, Pandev, Cavani e Vargas – dice – Chi mette in giro certe trattative non vuole fare altro che accendere i fuochi di dissenso nella nostra società. E poi, dobbiamo seminare per raccogliere. Se pensate a Messi, arrivato nel Barca che non era ancora Messi ma lì hanno saputo aspettare e investire su di lui. E anche noi dobbiamo credere fortemente al progetto giovani. Se ricordiamo i nostri inizi in serie A, i vari Hamsik, Lavezzi e Gargano erano perfetti sconosciuti, ma nel loro dna avevano grandi qualità e grazie al progetto giovani che sono cresciuti e diventati poi quelli che sono». 

Chissà se avranno parlato anche di questo nel summit tenuto tra il presidente e Mazzarri all’atto di definire la strategia. E chissà quanto l’allenatore sia propenso a dare via libera ai giovani. Più verosimile che De Laurentiis voglia prendere tempo prima di mettere a segno il colpo da novanta. Riflettere. Non partecipare ad aste folli. Seguire alla lettera il fair play finanziario: «Platini ha tracciato una strada», aggiunge. Intanto aspetta di definire con il PSG gli ultimi dettagli del trasferimento di Lavezzi e concedere loro il privilegio dell’annuncio ufficiale la settimana prossima: «I dettagli sono riservati, dovesse accadere qualcosa ve lo sussurerò all’orecchio, lasciamo che le cose vadano come devono andare».

MERCATO APERTO – Ma il Napoli non sta a guardare: «Abbiamo sempre dichiarato che siamo sul mercato per la difesa ed eventualmente per un incursore di fascia». Si parla di Zapata come di Sissoko ma anche qui potrebbe uscire il nome a sorpresa. De Laurentiis preferisce viaggiare a fari spenti. Anzi, è capace di invertire rotta se balza fuori il nome in anteprima. Anche questo rientra nel bagaglio strategico,

SUPERCOPPA – «Stiamo decidendo: c’è un’ipotesi per il 25 agosto che il signor Agnelli non ama ma che è ben vista da noi. E un’altra per l’11 agosto che non piace a noi. Non è detto che si debba giocare per forza in Cina. Possono anche prevalere interessi più importanti per noi e per loro e salta questa edizione».  Da buon sportivo, De Laurentiis chiude con un augurio alla Nazionale: «Non solo a De Sanctis e Maggio ma a tutti i nostri calciatori va un in bocca al lupo per questo Europeo sperando che possa essere una piccola panacea per una Nazione che vive un momento difficile. E poi, credo moltissimo in Prandelli, persona di grande cultura e civiltà, gli auguro di avere grande successo». 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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