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De Laurentiis: «Napoli da Scudetto, no a Malagò in FIGC. Albertini o Tavecchio? Ecco come la penso. Mercato aperto tutto l’anno»

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha parlato presso gli uffici della Lega a Milano, anche di temi legati al campionato e al mercato:

Albertini o Tavecchio? Io sono dall’idea che la Lega debba trovare una sua unità. Sarebbe gravissimo se ci fosse una spaccatura all’interno. Manca un biennio da concludere e si può fare tantissimo. Non si può dare preferenza a due soggetti diversi. Bisognerà dare appoggio a chi ha la maggioranza, per rafforzarlo. Questa è una linea importante che va al di là degli uomini che possono essere importantissimi. Non si tratta di fare quello che non è stato fatto negli ultimi 34 anni. Si tratta di avere una visione concreta di quello che dovrebbe essere il calcio fra 10 anni. Se noi riuscissimo ad anticipare il progetto avremmo fatto un recupero senza precedenti. Altrimenti saremmo dei sopravvissuti. Io mi ritengo un industriale e sono abituato a rapportarmi con quelle che sono le tendenze, i gusti e gli sviluppi tecnologici che modificano le richieste del pubblico. Se non siamo in grado di accontentarle si sopravvive e io non voglio farlo. Non è gratificante. Cinque italiani in campo obbligatoriamente? Lascio ad ognuno esprimere il proprio pensiero, ma credo che i problemi del nostro calcio siano altri. Sono talmente complessi che non so se avremo una visione univoca, servirà un grande fare impresa da parte di tutti. I due anni che ci aspettano non sono pochi se si vuole fare. Siamo un paese, però, in cui si affossa gli altri, ci facciamo la guerra non per migliorare ma per far stare peggio gli altri. Siamo un paese masochista e l’esempio è Renzi che si deve affrancare dal suo partito, il PD, che lo aspetta al varco. Per la prima volta abbiamo un giovane al governo, che ci mette anima e cuore e tenta per tutti noi, dovrebbe essere assecondato non contrastato. Non bisogna fargli perdere tempo con stupidaggini interne di politica spicciola. C’è bisogno di confrontarsi con altri paesi. Rapportandoci al calcio non possiamo pensare al modello inglese o tedesco perché una volta che lo avremmo raggiunto saremmo di nuovo vecchi. Serve una visione che ci faccia superare il presente per puntare al futuro. Attorno a me vedo una grande incapacità di farlo. Puntare sui giovani anche in campo? La giovinezza non è solo un fatto anagrafico ma anche culturale. Se si è avidi di innovazione lo si sarà fino alla fine e non ci si farà mai guidare da un restauratore o da un reazionario. Chi può essere il Renzi del calcio? E’ una bella domanda. Già c’è ed è Malago, ma nello sport in generale. Ha già molte patate bollenti e non dobbiamo farlo scottare. Dobbiamo aiutarlo a trovare la quadratura su tutti i problemi esistenti. Malagò è una persona di grande cultura, che capisce cos’è l’industria e l’intrattenimento e l’etica. Malagò in FIGC? Non credo che debba farlo. Dobbiamo coadiuvare tutti gli elementi dello sport e del calcio verso il dialogo, con l’obiettivo di recuperare il tempo perduto. L’Italia è un popolo d’inventori e oggi siamo chiamati ad inventarci il futuro. I piccoli calcoli mi fanno schifo. Albertini? E’ una persona per bene, che non giudico perché non ho mai scambiato con lui opinioni importanti. Abbiamo dato ad Agnelli e Lotito cinque giorni per scrivere le idee del calcio e oggi c’è mezzora per parlarne. Per questo serve cambiare la Lega perché così è difficile confrontarsi. Viviamo una gestione figlia di Lega e Federazione supportate insieme dal sistema dei Matarrese e dei Carraro. Io sono uno che non le manda a dire ma mi sono armato di pazienza perché se voglio continuare a fare calcio in Italia bisogna che faccia buon viso a cattivo gioco. Napoli da scudetto? Confermo. Il calcio è un film che si realizza settimana per settimana, episodio per episodio. Speriamo che una buona stella vigili su di lui e ci porti qualcosa di positivo. Mazzarri? Sono sempre molto carino e dico quello che penso. Ho solo detto che aveva un’incapacità comunicativa con un giocatore come Vargas. Su Verratti? E’ la verità. Avevo fatto tutto con Sebastiani ma quando ho chiesto il semaforo verde mi è stato detto che non avrebbe giocato. Io capisco Mazzarri, nel suo modello di gioco non è previsto il regista. A Pirlo non potrebbe dire no, ma non renderebbe al meglio. Adesso anche lui sta cambiando e ognuno si uniforma. Mazzarri diceva una cosa giustissima ovvero che durante la partita serve poter cambiare modulo in base ai competitor. Dzemaili? E’ un problema di Benitez. E’ come se io dicessi ad un regista perché ha girato una scena in quel particolare modo. Per me il mercato dovrebbe essere aperto tutto l’anno per poter correggere i propri sbagli. Le due finestre non hanno senso. Il mercato è mercato. Ci sono delle regole imposte da FIFA e UEFA che dimostrano come questa non è un’industria. Ferrero alla Samp? E’ un collega di calcio e un esercente di cinema, un proprietario di sale. Quanto perde la Juve senza Conte? Vedremo, potrebbe anche aver guadagnato. Al quarto anno sarebbero potute mancare le motivazioni necessarie. Dopo tre scudetti è complicato andare avanti o addirittura superarsi. Con un nuovo tecnico ci si può illudere anche di essere più competitivi”.

Fonte: TuttoMercatoWeb

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