«Ci ha pensato San Gennaro, hai visto? Stai tranquillo ed abbi fede. Ora vedi di accontentare i tifosi che vorrebbero una squadra ancora più forte, magari competitiva per lo scudetto», dice il cardinale Crescenzio Sepe ricevendo Aurelio De Laurentiis nel salone delle cerimonie dopo la funzione nel Duomo, durante la quale la liquefazione del sangue del patrono è arrivata puntuale (ore 10.11). Il presidente del Napoli gli sorride, l’abbraccia, replica: «Ma io sono stato sempre tranquillo. Conosco bene il valore dei ragazzi. E quando tutti si lasciavano prendere dal panico, io ero sereno. Non sono partito apposta per Los Angeles. Sapevo che ci saremmo rialzati subito. Squadra ancora più forte? Intanto cominciamo ad incoraggiare questa». Prosegue: «Sai cos’è, Crescenzio? A Napoli si deve guardare sempre tutto in negativo e non va mai niente bene. E si vorrebbe tutto e subito». Si danno del “tu”, il Cardinale ed il patron del Napoli. Hanno portato avanti insieme diverse iniziative benefiche: borse di studio, aiuti ai più bisognosi, collaborazioni per restauri. C’è stima vera e reciproca. «Vieni Aurelio, tagliamo la torta di San Gennaro insieme, vieni qua», dice l’alto prelato, prendendolo per mano. Nel salone ci sono tutte le massime autorità politiche e militari cittadine (il Sindaco era andato via poco prima per impegni) ma Sepe vuole De Laurentiis al suo fianco:«Mi raccomando Aurelio, fatti vedere quando rientri da Los Angeles, dobbiamo organizzare quella cosa insieme. E sostieni Benitez ed i giocatori. Li ho visti un po’ abbattuti ultimamente. Ora ci aspettiamo il riscatto anche in campionato. Lo sai, qui il Napoli vuol dire tanto».
RINFORZI. De Laurentiis annuisce, partecipa al taglio della torta, quindi saluta il Cardinale cordialmente («Faremo buone cose appena i nuovi si integreranno ed avremo ritrovato autostima ed equilibrio», dice) tentando di lasciare di corsa Largo Donnaregina. Macchè. Lo riconoscono. Lo fermano. «Presidente, compra a gennaio», «Presidente, vogliamo giocatori più forti», «Presidente, vogliamo lo scudetto». De Laurentiis si ferma: «Sarei dovuto partire per Los Angeles ma ho preferito restare qui perché vedevo troppe negatività. Negatività all’esterno, non nella squadra che è unitissima e neanche nel tecnico che è molto sicuro del fatto suo. Ho voluto assistere alla partita con lo Sparta apposta. Ma ero sereno, come lo ero dopo il ko con il Chievo. E lo sono stato anche dopo lo svantaggio con i cechi. Ho avuto ragione. Ho visto tanti segnali positivi al di là della vittoria. Dobbiamo limare ancora qualcosa. Poi, chi vuole vedere tutto negativo ci sarà sempre». Giovedì era sceso negli spogliatoi per complimentarsi con calciatori e tecnico. Ed un attimo dopo, la decisione: «Domattina vorrei andare al Duomo per la funzione in onore di San Gennaro».
Detto, fatto. E quando alle 9.45 ha messo piede in chiesa, s’è levato un fragoroso applauso da parte dei fedeli tanto che qualcuno ha pensato che il miracolo fosse avvenuto proprio in quel momento: no, era solo entrato De Laurentiis. Nel pomeriggio, poi, il presidente si è presentato a Castel Volturno per incontrare Benitez e Bigon.
Fonte: Corriere dello Sport
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