L’urlo disumano è un inno alla gioia e da quella Napoli che non sta nella pelle, che si rigira beata nella Champions League e di essa si ubriaca, Aurelio De Laurentiis si lascia catturare per tre-quattro-cinque minuti, lasciando che l’emozione imploda con discrezione: « E’ dedicata a loro. E’ dedicata ai tifosi. E’ dedicata alla città. Ma è dedicata anche ai ragazzi e a Mazzarri che ringrazio, tutti di cuore ». Bentornati in Paradiso, nell’Olimpo degli dei, in quell’universo abitato dalle stelle (autentiche) del calcio più affascinante: e in quella Napoli che festeggia, attraverso i suoi cinque-seimila fans esportati al «Dall’Ara», c’è la fotografia d’una conquista che quasi quasi oscura la precedente, la testimonianza (l’ennesima) d’una filosofia divenuta un modello da imitare: « In questo momento, credetemi, voglio solo ringraziare la gente, la squadra e Mazzarri. Far loro i complimenti. Ma voglio anche sottolineare una volta di più che questo secondo posto per noi non rappresenta un evento eccezionale ma la normalità: è questa la dimensione che inseguiamo ».
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