L’ombra lunga che galleggia sul San Paolo è un demone tentatore che ammalia e distrae e in quell’ora e mezza da attraversare con fierezza e il testone sgombero da qualsiasi divagazione, sarà complesso evitare pericolosissime intrusioni: « Ma no, saremo bravi da avere la mente libera. Affrontiamo un avversario forte, dobbiamo pensare solo al campionato e andare avanti così. Siamo gasati, siamo eccitati, abbiamo fiducia ». Si gioca e stavolta è una partita doppia, perché in quel blues dipinto di rossoblù Cagliari e Chelsea si affiancano e si accavallano, in un gioco di luci e colori, di sensazioni e di tensioni, da fantascienza manipolata con cura da Aurelio De Laurentiis, l’esorcista d’una vigilia ch’è un cumulo di adrenalina: « Attenti, perché si tratta di in un impegno importante… ».
MAZZARRI E’ MIO – La Storia (la maiuscola, please) è adesso, in queste quattro giornate di Napoli che rappresentano la frontiera per la gloria assoluta, in un concerto di partite in cui c’è il passepartout per qualsiasi ambizione e il Cagliari, per gradire, è la prima password cui ricorre De Laurentiis per continuare ad inseguire quel terzo posto ora abbordabile, finito nel cono visivo d’una squadra reduce da quattro vittorie consecutive in campionato – e cinque con quella sul Chelsea – e lanciatissima: « Penseremo soltanto al campionato, vedrete ». Il calcio del Terzo Millennio è una giostra incontrollabile, un meccanismo sempre attivo, persino con la palla a bordo campo, un luna park a cielo aperto che De Laurentiis arresta in tackle, pardon giocando d’anticipo su domande inerenti l’Inter, e frenando le allusioni e le interpretazioni a ruota libera d’un marzo già pazzo: « Lungi da me l’idea di dover dare dei consigli a Massimo Moratti, ma quando finisce un ciclo bisogna rifondare e ripartire dai giovani, compreso l’allenatore. Mazzarri nerazzurro nella prossima stagione? Ma lui è arrivato da me che aveva 40 anni; adesso va per i cinquanta e resta con me perché sa valorizzare alla grande il nostro organico ».
QUANTO SEI BELLO POCHO – Il Cagliari e il Chelsea, l’Udinese e il Siena, e poi chi può dire cosa sarà? L’oro di Napoli che luccica in queste quattro notti è un tesoretto costruito nel tempo, faticosamente, resistendo e poi investendo, intervenendo, maturando: e adesso che la verità è appesa lì, nell’ignoto delle sei ore piene di calcio che verrà, De Laurentiis si coccola i proprio pargoletti con amorevole cura, con le carinerie che meritano quegli scugnizzi allevati in un quinquennio da favola e che per stavolta hanno in Lavezzi il simbolo: « E’ uno spirito libero che ha bisogno della sua terra. E’ un ragazzo dal cuore d’oro, uno scapigliato e anch’io alla sua età ero come lui. E’ come uno dei miei figli ». E la famiglia allargata, stanotte, s’avvia al quadrivio della felicità.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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