Una vittoria restituisce inevitabilmente i sorrisi: ai tifosi e ai calciatori. E spazza via con decisione le critiche, soprattutto secondo De Laurentiis. «Mai avuto dubbi sul mio Napoli, non capisco le critiche, non le ascolto neanche. I miei giocatori sono napoletani “dentro”, poi è chiaro che non si può sempre vincere. Questa vittoria spazza via le negatività e il clima di disfattismo che ho sentito». Poi il presidente va all’attacco: «Non ci sono equivoci con Mazzarri sugli obiettivi: vorrei arrivare tra le prime cinque e fare
bella figura in Champions. Perché paventare fallimenti? Perché lamentarsi sempre? Negli ultimi venti anni non mi pare che il Napoli abbia vinto qualcosa, erano più di venti anni che il Napoli non era protagonista né in Europa, né in Italia. Eppure sento solo lamentele, come se nella città di Napoli funzionasse tutto. E invece non funziona niente, c’è solo il calcio che ottiene risultati. Voglio più rispetto per il club e per i calciatori,non si può sempre alzare l’asticella, si rischia di rovinare il giocattolo,potrei stufarmi e andare via. Dovrei ricevere solo ringraziamenti ed invece non mi pare che succeda…». Finiti i chiarimenti, si passa alla Coppa Italia, che diventa di fatto un obiettivo.«Siamo tutti concentrati sulla gara di Champions, ma il trofeo tricolore può davvero essere un obiettivo, oltreché un viatico ulteriore per giocare in Europa. È una sorta di assicurazione per continuare a disputare gare internazionali. Ultimamente del resto la coppa ha ritrovato di nuovo un suo fascino: la finale si gioca a Roma, insomma ci teniamo. Ma adesso sotto col campionato: ci sono ancora tante gare da giocare, tutto è possibile». Si passa poi a parlare dei singoli, Cavani e Inler, il bene e il male. «Cavani è stato il grande protagonista, ma tutto il Napoli ha giocato bene. Nel calcio la cosa straordinaria è che ci si eccita e ci si deprime allo stesso modo in pochi giorni. Difendo Inler che è un grandissimo calciatore; gli va solo dato il tempo di inserirsi, vedrete che nella prossima stagione giocherà ad alti livelli. Ho sempre creduto in questa squadra e nelle capacità di Mazzarri, le cui compagini producono un calcio che diverte, molto di più dello scolastico 4-4-2 che magari ottiene risultati ma che annoia. Battere un Inter che proveniva da 7 vittorie consecutive è stata una grande soddisfazione, anche per dimostrare, ripeto, che il mio Napoli c’è e c’è sempre stato». Già, soprattutto contro le grandi squadre. «Ed infatti – aggiunge il patron – sono preoccupatissimo per le due partite di semifinale contro il Siena. Forse i miei calciatori vanno rimproverati, forse hanno poca voglia di sfidare le squadre provinciali. Li posso capire, secondo me il campionato va riformato, con al massimo 12 team». Infine una battuta sulle qualità della rosa. «Per me sono tutti titolari. Basti guardare Dzemaili come è entrato in campo. Gargano, poi, è un mio pupillo: non ho mai pensato di cederlo».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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