Quello con il Bayern è un ko che sembra non lasciare ferite nel presidente Aurelio De Laurentiis che, nel dopo gara, non appare dispiaciuto per non aver conquistato neppure un punto in Germania: «Questa per me è una sconfitta che vale come una vittoria». La prestazione, probabilmente, è quella che lo rende sereno e che lo fa già pensare alla supersfida di domenica sera contro la Juventus.
“Ora è il momento di concentrarci sul campionato, con il solito spirito di guardare partita dopo partita”
dice il patron azzurro
“Credo che quando saranno terminati, a dicembre, questi impegni internazionali, ci si potrà concentrare meglio sul campionato, resettare tutto, recuperare anche tutti i vari infortunati”.
Un modo per dire che, in fondo, il terreno perso in queste prime giornate può essere recuperato. La prestazione super di Fernandez è l’occasione per il presidente di spiegare che, in fondo
«non credo che la coperta sia così corta, come sentivo dire. Bisogna abituarsi a far giocare i nuovi acquisti, perché altrimenti si gioca sempre con gli stessi. Vista la squalifica di Cannavaro, siamo stati costretti a far giocare un’apparente secondo scelta, che non solo ha fatto bene, ma ha segnato anche due gol».
Il risultato negativo non lo abbatte:
“Siamo andati vicini al pareggio con una squadra che è molto più blasonata della nostra, che ha vinto molto di più di quanto non abbia vinto il Napoli nella sua storia”
spiega ancora
“Credo che non si debba nemmeno chiedere l’impossibile. Il possibile lo facciamo, l’impossibile lo lasciamo ai santi che fanno i miracoli”,
dice ancora riferendosi, ovviamente, alla incredibile rimonta. Un pensiero va ad Aronica, uscito infortunato dal campo:
«Sono contento e felice che non si sia rotto il bacino Aronica, sono arrivate conferme dall’ospedale e dai nostri medici».
Infine tira le somme delle avversarie incontrate fino ad ora.
«Quanto ci manca per annullare il gap che ci separa dal Bayern? Ho sempre detto che ci volevano due quinquenni per riportare il Napoli tra le grandissime: siamo al terzo del secondo quinquennio, ne parleremo tra due anni».
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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