Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, è stato intervistato da Radio Kiss Kiss Napoli: “Per noi, il Trentino è una terra fertilissima. E’ un posto che raduna anche i napoletani del Nord Europa. E’ un appuntamento fisso da ben nove anni, non se ne può più fare a meno. Cercheremo di fare un torneo per bambini dai 7 ai 14 anni e dalle 9:00 alle 19:00 i bambini si sfideranno. Ho sempre rifiutato tutte le offerte milionarie per andare in Canada, America, Australia, Asia. Secondo me è fondamentale avere tre settimane di tranquillità e Ancelotti è d’accordo con me. Dopo il ritiro, avremo una serie di amichevoli da affrontare, poi un’altra settimana per mettere benzina. Il Napoli è sempre sul pezzo, per un allenatore che deve sperimentare tutti i calciatori che ha per infortuni vari, ora Ancelotti ha un concreto e sapiente consuntivo di tutte le capacità professionali di ciascun calciatore. Si fa presto a criticare, uno apre bocca e critica. Vincere i campionati è difficilissimo, ma avere tutti quei punti di distacco dall’Inter inseguitrice non è facile, perché gli altri non stanno lì a pettinare le bambole. Si organizzano, acquistano. Sono potenzialmente fortissimi sul piano economico e tra l’altro fanno dei numeri allo stadio superiori a quelli del Napoli. Io ho sempre investito e ora sono da tre anni che chiudo in rosso, ma non me ne pento. Si doveva investire e l’abbiamo fatto. Del resto, da quanti anni noi ci teniamo Insigne, Mertens, Koulibaly, Albiol, Hamsik? Non è che noi viviamo di acquisizioni e rivendite pressoché immediate. Noi cerchiamo sempre di tenere i migliori, anche perché ci piace vincere. Non è facile arrivare secondi. Mi dispiace che il tifoso non si renda conto, vincere è importantissimo, ma per una squadra che dal 1926 ha vinto solo due Scudetti. Siamo da nove anni in Europa, ci siamo inventati un allenatore come Sarri, che oggi allena in Inghilterra. Abbiamo portato Benitez, Ancelotti. Non dobbiamo comportarci come se fossimo il Real Madrod o il Barcellona. Purtroppo lo sport è così, si vince e non si vince, poi diciamo che l’Italia è un paese dove la liceità è cosa rara, ma non voglio seminare sospetto. Chiaramente c’è un complesso calcistico che non è stato ancora resettato dopo tutti questi anni. Hamsik me lo ha chiesto il Milan nove anni fa, l’Inter sette anni fa e tre o quattro anni fa la Juventus. Io ho sempre rispedito le offerte al mittente. Tuttavia, conta anche quello che il calciatore vuole dalla vita. Hamsik non ha niente da dimostrare a nessuno, ormai parla il suo score. Oggi come oggi è lui che ha il boccino in mano e che deve decidere. La casa del Napoli sarà sempre aperta per lui e avrà sempre un posto accanto a noi, qualsiasi cosa abbia intenzioni di fare“.
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