Non hanno mostrato al cielo di Napoli la Coppa Italia e non hanno vinto in campo, ma nel fair-play sì di certo: a testa alta, gli azzurrini. Sconfitti ma comunque bravi a onorare il secondo atto della lunga, lunghissima finale con la Juve. Niente scene né provocazioni, bensì la voglia matta di conquistare un trofeo al San Paolo, il tempio, al cospetto di trentamila spettatori. Che alla fine, dopo centoventi minuti di lotta gagliarda, dedicano un lungo applauso ai ragazzi di Saurini. Tutti a terra, sull’erba e in lacrime, e tutti consolati, uno alla volta e con la mano tesa, da Marco Baroni, il tecnico della Juve che ha vinto e seminato sportività, oltre che dalla gente. Il cuore di Napoli batte sempre, anche a Primavera: e loro, i giovanotti del futuro, girando mezzo campo applaudono e ringraziano.
TWEET PRESIDENZIALE – Piovono consensi su Insigne junior e gli altri, dicevamo. Reali e anche virtuali: «Non abbiamo vinto, ma questi ragazzi meritano tutti i nostri applausi» . Firmato, Calcio Napoli via Twitter. E ancora: «Usciamo a testa alta, bravi lo stesso. Sono orgoglioso di voi e del fantastico pubblico accorso al San Paolo» . Un abbraccio sentito, il tweet di Aurelio De Laurentiis, a pochi istanti dalla fine della maratona che ha premiato la Juve. Un riconoscimento meritato, considerando tutto quello che la squadra ha costruito e fatto sin dall’inizio della stagione.
L’ORGOGLIO – Giampaolo Saurini apprende e sorride. Ma è soltanto un lampo: «Siamo molto amareggiati, è ovvio, anche perché è l’unica sconfitta di tutto il torneo» . Quella decisiva, ahilui. «Sì, è vero, però sono orgoglioso di tutti i ragazzi: non ho nulla da riprovare, non posso davvero, il bilancio finale è positivo, e anzi aggiungo che entrambe le squadre meritavano la vittoria» . Al bel gesto di Baroni, c’è la replica altrettanto bella del tecnico del Napoli. «Ripeto, sono molto orgoglioso: è stata un’esperienza unica, speriamo di poterla ripetere quanto prima» .
LAVORO DATATO – La delusione, però, non può essere mascherata. Soprattutto perché, dopo il pareggio dell’andata allo Juventus Stadium, e con la prospettiva di giocare in un San Paolo da brividi, il Napoli aveva creduto nell’impresa. Anzi, nel coronamento di un progetto inaugurato un bel po’ di anni fa da quello che oggi è uno dei più stretti collaboratori di Walter Mazzarri, e che fino a qualche anno fa si divideva tra la prima squadra e la direzione del vivaio azzurro: Giuseppe Santoro. Gli italiani, anzi gli azzurrini d’Italia in campo ieri sono tutte scoperte del suo fiuto raffinato. Di un progetto, di un lavoro sviluppato dopo il fallimento tra mille difficoltà, tipiche di una società nuova e in fase di riorganizzazione, ma con passione estrema e mille idee. La finale è anche la sua vittoria. E comunque sia andata è stato un gran successo.
TALENTI E FUTURO – La tristezza e la delusione, d’accordo, ma da oggi i ragazzi di Saurini dovranno ricominciare a testa bassa: «Sì, perché bisogna pensare ai prossimi impegni: archiviamo questa esperienza, esaltante nonostante l’epilogo, e tuffiamoci nei playoff. E anche in campionato, credo che la squadra da battere sarà la Juve. Sono i favoriti per lo scudetto» . E ancora: «Giocare al San Paolo è stato fantastico, voglio ringraziare il pubblico: è un onore avere tanti ragazzi di Napoli in rosa. Credo che sia fondamentale puntare su questo bacino e non farsi sfuggire i talenti fatti in casa» . Finale dedicato all’idea di far giocare le squadre Primavera in Lega Pro: «Sono favorevole, sarebbe una buona occasione di far crescere i giovani» .
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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