Verba volant: ma quel che rimane nell’aria profumata d’una Napoli incantevole è la confessione pubblica che svela gli orizzonti e introduce ad un addio doloroso e però annunciato. «Ero a Londra, certo, ma per fare cinema. E allora ho detto a Bigon di andare al Manchester City per vedere un attimo di negoziare Dzeko».
Le bugie hanno le gambe lunghe, lunghissime, d’un bisonte che rappresenta l’unguento per (tentare di) dimenticare Cavani e le verità hanno varie facce, in realtà maschere, attraverso le quali raccontare a modo proprio la realtà: verba volant però De Laurentiis manet e in quell’ammissione a cielo aperto, tra i resti di Città della Scienza, nel bel mezzo del convegno su «Insieme per la salute», è la conferma di ciò che s’aggira nei cieli d’un Vecchio Continente sommerso da quei sessantatré milioni di euro (della clausola rescissoria) da convertire in sterline.
«Dato che mi hanno fatto “na capa tanta” da dieci mesi per Cavani, ho detto di andare a trattare Dzeko. Io sono capace di dire banco in un secondo».
La sincerità, nel calcio, è una dote che ti coglie in contropiede e in quella versione offerta in viva voce c’è una realtà indiscutibile che però appartiene a un passato recentissimo e che viene rivelata per tentare di distogliere l’attenzione, per sorprendere con l’effetto speciale d’un uomo di spettacolo che sa sempre come spostare l’occhio di bue alla periferia degl’interessi e magari dirottarli da Londra a Manchester, «appena» trecento chilometri più in là: «Ero lì per altro…».
