Oje vita, oje vita mia : le lacrime di gioia si mescolano alla pioggia e ciò che resta d’una notte attraversata a guardar le stelle è il senso pieno della vita d’una città scatenata, in un delirio collettivo che induce De Laurentiis all’emozione. «E’ la loro vittoria, questa gente l’ha voluta e l’ha meritata. Sono stati presenti e rispettosi, si sono comportati in maniera esemplare. Questo è un successo della città, dei tifosi» . Napoli-Chelsea è l’ennesimo fotogramma d’una unione felice, un processo simbiotico avviato otto anni fa ed esploso rapidamente, fragorosamente, in un crescendo d’effusioni che ora si perdono tra le note d’un inno alla gioia ch’è ‘O surdato nnammurato , la colonna sonora d’una serata indimenticabile, vissuta con gli occhi lucidi: «Sono stati magnifici, riuscire a far funzionare una struttura del genere, con sessantamila spettatori, rappresenta motivo d’orgoglio della gente di questa città» .
CALMA E CHELSEA – Le note del trionfo echeggiano in quel San Paolo che tracima euforia e mentre Stamford Bridge resta ancora un puntino blues, avvolto nel mistero di una qualificazione ancora tutta da conquistare, l’entusiasmo di De Laurentiis va a sfociare nel senso pratico di una esistenza da coltivare con cautela, restando aggrappati alla realtà, senza lasciarsi andare: «Ora bisogna solo stare con i piedi per terra, serve soprattutto tanta saggezza. E’ stata una vittoria stupenda, che dedichiamo alla gente, ma al ritorno bisognerà comunque fare attenzione, essere lucidi» .
IL MIO POCHO – La Storia è adesso, in quest’ora e mezza da incorniciare, in quella fantasia trascinata al potere da uno scugnizzo nato forse per caso nei dintorni di Buenos Aires e consegnato dal destino a quella Napoli perfettamente aderente al suo spirito: si scrive pocho, si legge star o totem o idolo o figliol prodigo, bloccato per la vita in quello stadio divenuto ormai la propria dimora da un De Laurentiis orgogliosamente lieto di quel genietto: «Non sono per niente pentito di aver fissato, all’epoca, una clausola rescissoria a trentuno milioni di euro. Lui è oramai il simbolo di questa squadra e se vuole rimanere qui lui qua resta e non si muove. Poi se non vuole, non si può lasciar lavorare controvoglia la gente, perché verrebbe a mancare l’attaccamento alla maglia» .
CARO MISTER – Napoli 3, Chelsea 1: è all’improvviso, ogni perplessità sfugge via, e pure le paure per l’assenza di Mazzarri; e ora ch’è finita, che resta semplicemente il ritorno – non una formalità, ma un appuntamento – si può persino scavare nella statistica, si può elaborare una riflessione ampia, si possono scorgere i meriti nascosti in quella panca sempre più vicina a De Laurentiis: «Ora godiamoci questa affermazione, poi da domani si guarda avanti: ma almeno un secondo vogliamo assaporare questa sensazione. Senza Mazzarri ci è andata bene anche con il Villarreal. Ho l’impressione che senza il loro allenatore la squadra acquisisca maggior senso di responsabilità. E tutto ciò che Mazzarri dice ai ragazzi, viene poi applicato con una attenzione maniacale. E’ stata una partita ricca di intensità, lo svantaggio non ci ha assolutamente scoraggiato: la squadra ha dimostrato di sapere cosa fare e di sapere come fare» . In alto i cori e pure i cuori: è la notte di Napoli, una notte infinita.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.