MICHU . Non è ancora definito nei dettagli l’acquisto dello spagnolo Michu dallo Swansea. Ci vorrà ancora qualche giorno per fissare clausole e controclausole. Spiega il presidente: « Che ci siano negoziazioni in corso l’avete scritto voi e qualcosa di vero c’è. Ma che sia stato raggiunto già un accordo, non è così» .
LUCAS. Per Lucas Leiva del Liverpool passi in avanti? De Laurentiis frena: « Ci sono certi giocatori che possono far parte o meno di un disegno tattico di quel club ma questo non si può sapere ora, appena dopo un Mondiale. Bisogna aspettare. Prima del sei-sette agosto, i club non avranno le idee chiare sulle nuove acquisizioni. Dopo, invece, sarà possibile capire se quel calciatore può essere ceduto o meno. Anche noi faremo delle valutazioni più in là e non è detto che partano tutti quelli che per voi sarebbero in lista di sbarco» .
KRAMER. Centrocampista del Borussia Mönchengladbach, classe ‘91, nazionale, contratto in scadenza nel 2015, può essere Crhristoph Kramer il profilo giusto del mediano da incorporare nell’organico? Aggiunge De Laurentiis: « Sono preoccupato per gli stranieri che parlano una lingua diversa, non conosco Kramer, non so se parli anche inglese o spagnolo. L età c’è, il prezzo pure… ma la decisione spetta all’allenatore. Per questo dico che Henrique ad esempio ha avuto la fortuna di incontrare Rafa, funzionando alla meraviglia da terzino ed in altri ruoli. Ma noi non ci lasciamo incantare dai nomi. L’anno scorso non mi sembra che siano stati apprezzati da subito i vari Mertens, Callejon ed altri. Benitez è uno che capisce il talento dove sta e lo ricama a tal punto da farlo diventare protagonista. Noi a centrocampo abbiamo Inler e Jorginho. E poi Behrami e Dzemaili che sono ottimi calciatori ma per caratteristiche non si adattano al modulo del tecnico. Se uno di questi dovesse partire, arriverebbe un giovane con caratteristiche più idonee. Ma non è detto ».
REINA. Il presidente non lo cita ma porta un esempio che lascia capire quanto per il portiere del Liverpool ci siano pochi margini: « Quando voi parlate di certi calciatori, io devo difendere il Calcio Napoli, perchè allenatori e calciatori poi passano, come ha fatto Mazzarri. Io mi devo preoccupare di far forte il Napoli nel tempo, non mi importa far forte la squadra per una sola stagione. Devo contestare sempre, a meno che non ci sia l’occasione di un prestito particolare, un giocatore dai 28 o 29 anni. Dovrei garantire uno stipendio altissimo, fuori dalla nostra portata, e per più anni; saldare anche il club di appartenza. E poi? Poi, se non funziona a chi lo do più? In pasto a voi, così vi divertite a sbranarlo con le vostre critiche? Mi dispiace, ma su questo non mi convincerete mai. Io baderò sempre agli interessi del Calcio Napoli e non mi farò condizionare da nessuno» .
In uscita. Le cessioni hanno priorità su tutto. Sottolinea De Laurentiis: « Noi dobbiamo considerare 20 giocatori in uscita. La prima cosa importante da fare è quella di creare le condizioni per l’uscita. Se però queste condizioni non si creano, non si può certo andare in sovrannumero. Non si possono avere giocatori scontenti in casa, dobbiamo far sì che tutte le richieste vengano valutate attentamente. La richiesta ha sempre una coda di verità o falsità. Quando tocca sedermi ad un tavolo per una trattativa, discuto, definisco e pago sempre. Non capisco perchè questo non debba avvenire al contrario. Quest’anno mi è già capitato di non veder rispettato un accordo preso ( il riscatto di Gargano? ndr) mentre ho dovuto cedere gratis un calciatore ad un’altra squadra (Calaiò al Catania? ndr) e tutto questo è mortificante. Va rivista anche la spartizione dei contributi. C’è chi partecipa alla serie A per arricchirsi e poi tornare in B senza reinvestire, questo non va bene perchè svilisce un campionato ».
FIGC. «Se quel sarto mi ha sbagliato il vestito per tre volte, io vado da un altro sarto – usa una metafora De Laurentiis parlando del rinnovamento in Figc – se Renzi decide di metterci la faccia è un conto, ma se si lavano le mani facendo mettere la faccia a qualcun’altro, credo che, forse, avrà indovinato poco e sbagliato molto. Se non ha funzionato nulla da dieci anni e se non siamo riusciti a cambiare la legge 91 dall’81 ad oggi, ci sono delle responsabilità macroscopiche. Io sono per l’azzeramento, ma ne sarebbero capaci?». E sugli stadi nota: « Non so quanto il tempo perduto per gli stadi sia colmabile rispetto a Germania e Inghilterra. Non vorrei che si facessero degli investimenti inammortizzabili. Ci troviamo a portare avanti un campionato perdente con una fatturabilità che non consente di competere a livello europeo, è inutile dare la colpa agli stadi. Sicurezza? Da Raciti in poi abbiamo abdicato, non sarebbe più facile procedere con una legge appropriata? E dopo le dimissioni di Abete, pensate che l’11 agosto si trovi colui che abbia la formula magica per rimettere a posto in due anni una macchina che è andata sempre a singhiozzi negli ultimi trent’anni? ».
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