Sul campo ha stravinto Rafa Benitez, con il suo calcio d’attacco e la forza del 4-2 3-1: il modulo dei grandi club internazionali, di cui il nuovo Napoli europeo sta provando a prendere la scia. Per Conte e la sua Juventus, ingessati negli schemi più difensivi del gioco all’italiana, sono stati invece 90’ da incubo e senza alcuna via d’uscita: il remake delle ingloriose serate di Champions già vissute dai bianconeri, che non si aspettavano di trovarsi a mal partito pure all’interno del loro cortile preferito, in campionato. Nessun avversario di serie A, finora, era riuscito a mettere così in crisi i bi-campioni in carica: costretti a subire al San Paolo un ko che non avrà ripercussioni immediate, ma può incrinarne un po’ le loro certezze e soprattutto rafforzare quelle degli azzurri, in proiezione futura. La strada intrapresa sembra sempre di più quella giusta, infatti. Il ritardo dalla vetta tende a assottigliarsi. «Non ci sono 17 punti tra noi e la Juventus: lo sapevamo già e siamo contenti di averlo dimostrato anche in campo», ha subito rilanciato Aurelio De Laurentiis, esaltando in modo particolare le brillanti prove dei nuovi acquisti, da Henrique e Ghoulam. «Il loro arrivo dimostra che sul mercato ci sappiamo fare. Datemi il fatturato del club bianconero e vinco dieci scudetti di seguito », ha ruggito il presidente del Napoli, prima di riconcentrarsi con più pragmatismo sul «Puntiamo al secondo posto e ho promesso un premio ai miei giocatori, se riusciranno a superare la Roma nelle ultime sette giornate del campionato», ha svelato il numero uno azzurro, raccontando pure i dettagli del suo blitz negli spogliatoi del San Paolo, dopo la vittoria di domenica sera. «Pepe Reina mi ha una proposta a nome dei compagni e io l’ho già accettata, ma ho chiesto in cambio al nostro portiere il preciso impegno a stare con noi anche nella prossima stagione, visto che oltre a parare tutto si è messo a fare il sindacalista…». Poco più di 100 mila euro a testa, si sussurra: sarebbe questa la cifra che incasseranno come premio i giocatori del Napoli, in caso di qualificazione diretta per la Champions League. Ma non sarà tanto facile dare la caccia alla Roma, nonostante i benefici influssi per la vittoria con la Juve. «È stata una sfida speciale: il confronto contro i bianconeri è il più sentito e mi aspettavo una gran- de prova della nostra squadra». De Laurentiis non soffre di complessi di inferiorità ed è ritornato sulla polemica a distanza con Conte. «Ho semplicemente detto che vorrei un fatturato di 300 milioni come il loro e poi vinco lo scudetto per 10 o 20 volte di fila: però stiamo facendo il massimo anche con i nostri mezzi. Nove anni e mezzo fa, ho preso il club che era un pezzo di carta e l’ho portato agli altissimi livelli di domenica sera, con grande autorevolezza e sapendo di avere la quarta tifoseria in Italia…». De Laurentiis ha esaltato il suo legame con Benitez. «Non era facile sostituire un giocatore come Cavani. La forza di società e allenatore è stata quella di non farsi mai condizionare. Ci siamo presi le nostre responsabilità nell’allestimento della squadra e i risultati del nostro lavoro si vedono. Abbiamo speso più dei 100 milioni di cui ha parlato Conte. Con Rafa succede di avere punti di vista diversi, sul mercato: non sempre condividiamo tutte le proposte che ci arrivano sul tavolo, ma ne parliamo in maniera garbata e si arriva sempre alla soluzione ottimale per il Napoli. Sono molto sereno e vorrei solo che il calcio italiano crescesse: premiando di più la cultura di impresa. Dovrebbe vincere chi lo merita…», ha detto con ironia il presidente, liquidando con una frecciata il discusso arbitraggio di Rizzoli in Sassuolo-Roma. «Lo hanno tolto da noi e ha fatto un guaio da un’altra parte». Nulla è ancora perduto, però, nella volata per il secondo posto. Il club azzurro ci crede e non ha cambiato le date del prossimo estivo, che si svolgerà per il quarto anno di seguito a Dimaro (in Val di Sole) dal 17 al 30 luglio. Gli eventuali preliminari di Champions a fine agosto possono attendere, nessuno ha fretta di pensarci.
Fonte: La Repubblica
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