Vox pupuli: ed allora, vale. Perché tra le pieghe d’una vigilia intensa, attraversata stringendo mani, firmando autografi ed infine confidandosi con quel popolo d’un azzurro vivace che chiede, ciò che dice Aurelio De Laurentiis è la sintesi d’una politica privata d’ogni (legittima) pretattica. «Voi volete vincere? Anche io…». La domanda che sorge spontanea, ma mica solo in curva. De Laurentiis, per buttarla un po’ sul ridere, per usare paradossi che rendano l’idea: «Qui non si sa neanche se vinca il Bayern Monaco, che ha cinque volte il nostro fatturato». E’ una battuta a cielo aperto, che tende a sottolineare le distanze siderali tra le star del calcio internazionale e la normale «eccezionalità» d’un club che in dieci anni ha scalato il calcio. E’ Inter-Napoli, è una sfida suggestiva, è un pomeriggio nel quale ci sta di tutto, la tensione del pre-partita e quella del pre-mercato, il desiderio di regalarsi ciò che si può e magari di intravedere in lontananza la sagoma caracollante del pocho «Lavezzi s’è fatto vecchiarello». E fosse solo questo: perché De Laurentiis, poi, stronca sul nascere le fantasie: «Ragazzi, poi le minestre riscaldate… No, diciamo: una moglie che è andata con un altro ve la riprendereste?». La voce dal gruppo: «No». E finisce là.
Fonte: Corriere dello Sport
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