Attacco frontale. Virtuale, a mezzo Twitter, però diretto e duro come una sequenza di cazzotti del Tyson dei tempi d’oro: «Basta aiuti alla Juve, fermate questi arbitri». Aurelio De Laurentiis esplode intorno alle 23.10, quando Napoli-Juve è ancora calda. E la fa diventare infuocata: «Siamo stanchi».
Lo sfogo. E allora, l’ennesima polemica. E, verrebbe da dire, i soliti e immancabili veleni di una sfida infinita che a dicembre, a Doha in Supercoppa, aveva stranamente vissuto un finale sereno e tranquillo probabilmente ispirato dalla magia del Natale. Le feste, però, sono belle che andate, e ieri di sconti neanche a parlarne. Rabbioso a dire poco, lo sfogo del presidente del Napoli. Una mitragliata di tweet che vale la pena leggere tutta d’un fiato: «Ci siamo stancati! La Juve è una squadra forte, se è anche aiutata dagli arbitri diventa imbattibile. E’ inammissibile che con sei arbitri non si vedano due giocatori in fuorigioco». Chiaro il riferimento alle situazioni da moviola relative al secondo gol bianconero di Caceres. «O è malafede o è incompetenza. Questi sei arbitri devono restare fermi a lungo».
Come Totti. Bordate vere e proprie. Bastonate alla squadra diretta da Tagliavento e anche al sistema che, se vogliamo, sembrano il refrain delle dichiarazioni altrettanto violente rilasciate da Francesco Totti dopo la sconfitta rimediata a Torino dalla Roma all’andata (3-2): «La Juve dovrebbe fare un campionato a parte, l’ho sempre detto: o con le buone o con le cattive vincono sempre. Com’è possibile non vedere il fuorigioco? Se ne parlo mi squalifico». Molto dure furono anche le parole del portiere e compagno, Morgan De Sanctis, tra l’altro ex azzurro: «Si fa fatica ad accettare certe decisioni, perché si ha la sensazione di non giocare ad armi pari. Come la Supercoppa persa con il Napoli, l’amarezza più grande della mia carriera».
Tagliavento cinese. Nel pool di fischietti di quella sfida di mezza estate cinese 2012 citata da De Sanctis, conclusa con la diserzione azzurra della premiazione in segno di protesta verso le decisioni arbitrali, in veste di arbitro d’area c’era anche Paolo Tagliavento. Sì, guarda caso proprio il direttore della gara di ieri: il destino, quando vuole, sa essere davvero diabolico. Incavolato a dire poco, invece, è il Napoli. E probabilmente non è un caso, che De Laurentiis abbia preferito limitarsi a Twitter e ai cinguettii. Da aquila reale ma pur sempre circoscritti al mondo virtuale.
Sempre polemica. Fatto sta che ieri Napoli-Juve ha vissuto l’ennesimo capitolo di un’enciclopedia di polemiche: un campionato fa, dopo la vittoria dei ragazzi di Rafa e la festa dell’ambiente, l’ad bianconero Marotta commentò così: «Siamo rimasti perplessi dalla grande euforia, quasi con enfasi da provinciale: è riduttivo per il blasone stesso del Napoli. I 17 punti di distacco ci stanno tutti». Luigi De Laurentiis, primogenito di Aurelio, rispose come fa papà, attraverso Twitter: «Marotta grande ignorante! Confonde il cuore di una città unica come Napoli per un’euforia da provincia». Rivalità fortissima, profonda. Che, all’alba della Serie A dell’era De Laurentiis, visse anche un’altra notte particolarmente infuocata: era il 2007, e in quell’occasione fu la Juve a contestare duramente l’arbitro Bergonzi per due rigori concessi al Napoli. Alla prossima.
Fonte: Corriere dello Sport
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