«È la festa di Napoli». La gioia di De Laurentiis è esplosa al termine della partita vinta contro il Chelsea, un clamoroso passo di avvicinamento ai quarti di finale di Champions League. Il presidente è sceso negli spogliatoi per fare i complimenti a Mazzarri e ai giocatori. E, a proposito della squalifica dell’allenatore, ha ricordato: «Anche nel secondo tempo della partita giocata sul campo del Villarreal il tecnico non c’era e abbiamo fatto benissimo. Forse da parte dei giocatori ci sono maggiore concentrazione e maggiore responsabilità in queste situazioni».
Grande la gioia del presidente, che in sala stampa si è affacciato soltanto per pochi minuti, salutando i cronisti inglesi e augurandosi un’altra serata felice a Londra il 14 marzo. «Sono molto contento soprattutto per i tifosi del Napoli perché erano anni che non assistevano a uno spettacolo del genere, sul piano internazionale. Questa è la vittoria del pubblico, di tutta Napoli». E poi un invito ai giocatori: «Va bene l’entusiasmo, ma dobbiamo restare con i piedi per terra e non dobbiamo dimenticare da dove siamo partiti».
Ovvero dalla serie C1, poi c’è stata la rapida scalata della squadra fino ai vertici internazionali, anche grazie ai talenti che sono arrivati in azzurro, anno dopo anno. A cominciare da Lavezzi. «Pentito di aver fissato la clausola del Pocho soltanto a 31 milioni? Lui è un simbolo napoletano. Se vuole rimanere, resterà. Se non vuole, nessuno lo farà lavorare contro voglia», ha puntualizzato il presidente. Potrebbe essere imminente un confronto con l’argentino e il suo agente Mazzoni, che ha comunque rassicurato nei giorni scorsi sul desiderio di Lavezzi di proseguire nel rapporto con il Napoli, cominciato nel 2007. Lavezzi è stato decisivo grazie a due assist di Cavani, ieri straordinario.
«Straordinari siamo stati tutti – racconta il Matador – La gara è stata preparata alla perfezione e in campo si è visto. Non bisogna dimenticare che abbiamo incontrato una potenza del calcio mondiale, è stato un confronto durissimo,mcome era prevedibile. Questo successo è importante perché ci dà molta forza per il futuro, quindi maggiore consapevolezza nei nostri mezzi. Quando siamo rientrati negli spogliatoi ci siamo guardati negli occhi rendendoci conto della grande impresa che abbiamo realizzato».
Certo, gli attaccanti del Napoli hanno potuto giocare più agevolmente contro avversari così deboli in difesa come quelli schierati da Villas-Boas. Ha sottolineato il Matador: «Il Chelsea non ha commesso particolari errori, ma ci ha concesso spazio e noi ne abbiamo approfittato, mentre in Italia ci sono due risultati su tre e gli spazi per i giocatori sono minori, anche questo può spiegare la differenza che c’è tra i risultati che si ottengono all’estero e quelli che si conquistano nel campionato di serie A».
Un chiarimento sul gol, quello che ha definitivamente scacciato le ansie del Napoli: «Ivanovic mi ha spinto la schiena, non mi ha toccato la spalla: la difesa del Chelsea voleva far scorrere la palla, non si erano accorti della mia presenza. Un gol come quello con la Juventus? No, quello era di testa». Un’ingenuità grave, come le leggerezze commesse nel secondo tempo dai Blues, quando Cavani è scattato in contropiede e ha offerto servizi preziosi a Lavezzi.
Ripete il concetto. Un modo per avvertire tutti sulle insidie della gara di ritorno: «È stata una partita straordinaria, da parte di tutti. Ma non pensiamo di poter andare a Londra convinti di aver già ipotecato la qualificazione ai quarti di finale – conclude l’uruguaiano – Partiamo in vantaggio, ma non è ancora finita».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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