In Cina con (più) furore. Capitolo chiuso, Muraglia abbattuta e poi ricostruita in tre giorni, fra De Laurentiis e Beretta. Appuntamento all’11 agosto. Senza dubbio.
DA FILM – E allora, vicenda aperta e conclusa. Da venerdì a ieri, con una sequela di colpi di scena degni di una pellicola di Bruce Lee, De Laurentiis ha prima provato in extremis a trasferire in Italia la Supercoppa – come spiegato ufficialmente dal club azzurro per agevolare la partecipazione dei propri tifosi alla passerella – e poi, registrata l’impossibilità di individuare una soluzione alternativa indolore per tutti, ha garantito la presenza del Napoli. Con un cinguettio diffuso ieri pomeriggio a mezzo Twitter: «Il presidente Aurelio De Laurentiis, dopo aver parlato a lungo con le autorità cinesi, che gli hanno dato ampie garanzie sull’organizzazione generale della Supercoppa, ha confermato che il Napoli parteciperà regolarmente alla competizione di Pechino» .
PRESENTI E ASSENTE – E ancora. Dopo la comunicazione ufficiale della società è stato De Laurentiis in persona, a scrivere la parola fine in calce alla storia: «Avevamo molti dubbi sulla parte organizzativa, ma mi hanno garantito che tutto sarà gestito nel modo richiesto. Ho deciso, per spirito associativo, di non creare problemi alla Lega Calcio. La squadra partirà per Pechino il 5 agosto e non più il 3» . Presenti, dunque. E pronti a consumare involtini primavera. Gli azzurri saranno in Cina, mentre ieri De Laurentiis ha guardato la partita con il Bayer Leverkusen dalla Costiera, con vista sul mare: niente San Paolo, per lui. E al Nido d’Uccello, alias stadio Olimpico di Pechino, ci sarà?
NUOVA AMICHEVOLE – Di certo ci sarà un’altra amichevole, ancora a Fuorigrotta: sabato, probabilmente con lo Sporting Braga. Sì, l’avversario non è ancora certo e certificato, ma i portoghesi sembrano i più accreditati per la terza prova in sette giorni della squadra di Mazzarri. Dopo la sfida di ieri con i tedeschi della coppia, Hyypia-Lewandowski, gli azzurri torneranno infatti in campo mercoledì con il Bordeaux e poi ancora sabato. Una terza amichevole voluta dal tecnico in chiave pechinese: avendo posticipato la partenza per la Cina di quarantotto ore, ed essendo saltata la Dragon Cup a Shanghai, Mazzarri ha pensato bene di approfittare per vedere all’opera la squadra tre volte in una settimana. Anzi, ancora una volta in settimana.
L’APPELLO – Ai napoletani non dispiacerà di certo considerando che ieri, in una domenica afosa e umida come mai, al San Paolo si sono presentati in venticinquemila. E anche belli carichi, felici e contenti per la vittoria e mai sazi: «Noi vogliamo la Supercoppa» , il canto ritmato e ripetuto all’ingresso in campo del Napoli. Un appello. Un desiderio. Una voglia matta: «Chi non salta bianconero è» , e coretti di questo tipo, più o meno ripetibili, hanno fatto da contorno alla serata. C’è il Bayer, ma la testa è già alla Juve. Come sempre.
DELIRIO LORENZO – Affettuosa e appassionata, secondo previsione, l’accoglienza dedicata a Insigne: applausi a scena aperta in ogni caso. Perla, corsa ubriacante o errore che sia. Con festa trionfale a sottolineare l’assist ricamato per l’1-0 di Hamsik e delirio autentico dopo la magia regalata al 12′ del secondo tempo, con gol sfiorato. Che sarebbe stato straordinario. Il Bimbo d’oro non avrebbe potuto presentarsi meglio al suo popolo: goduti in pieno, la standing ovation e i cori dedicati all’uscita dal San Paolo. Con una smorfia di dolore, per una distorsione alla caviglia destra. E ora? Beh, non resta che continuare così: le partite con il Bordeaux e il Braga (da confermare) chiariranno se l’intenzione palesata ieri da Mazzarri, una coppia d’attacco Insigne-Pandev, possa davvero essere quella da presentare in Cina, con la Juve, nel caso in cui Cavani saltasse la finale per impegni olimpici. Sarebbe molto, ma molto suggestivo.
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