Agnelli chiama, De Laurentiis risponde. E in questo dialogo a distanza, che corre lungo il web e l’etere, tra i due presidenti si stabilisce una perfetta sintonia sul punto centrale della questione: giusto giocare a Roma , Juve e Napoli sono assolutamente d’accordo su questo. Il patron azzurro, però, va più sul concreto: distribuzione dei biglietti, sicurezza, logistica. E spiega il senso dei suoi interventi: vuole tutelare i tifosi, soprattutto i fedelissimi che hanno seguito il Napoli per tutta la stagione.
LA LINEA JUVE – Nel bel mezzo del battibecco tra Lega Serie A e Coni la Juve ha fatto sentire la sua voce, con una dichiarazione rilasciata dal presidente Andrea Agnelli attraverso il web: «La Coppa Italia è definita da alcuni anni Coppa del Presidente della Repubblica quindi è naturale che la sede della finale sia a Roma. Appena tre anni fa si è disputata allo Stadio Olimpico la finale tra Barcellona e Manchester United, non si vede per quale motivo non si possa giocare Juventus-Napoli» . Un concetto ribadito anche da Buffon, capitano bianconero: «Da qualche anno è definita coppa del presidente e credo che sia giusto giocarla a Roma, tanto più che si tratta di una gara secca. E’ la nostra capitale: quando la capitale sarà Udine la faremo a Udine, quando sarà Palermo la faremo a Palermo» .
LE RAGIONI DEL NAPOLI – Una linea che trova d’accordo anche il presidente del Napoli, intervenuto nel primo pomeriggio di ieri a Radio Marte. «Sono d’accordo con le dichiarazioni di Agnelli, giustamente definisce Roma la sede ideale per la finale di Coppa Italia. Nessuno ha mai messo in dubbio Roma, visto che ha ospitato una finale di Champions» , il commento di De Laurentiis. Una marcia indietro? Non è così, perché il presidente azzurro ha subito riportato il discorso sulle criticità individuate negli ultimi giorni, a partire dall’accessibilità all’evento. Juve-Napoli, finale di Coppa Italia, è una partita per molti, ma non per tutti: gli scontenti destinati a restare fuori dall’Olimpico saranno comunque tanti, troppi. «Il problema – ha spiegato De Laurentiis – è garantire ai tifosi juventini e napoletani di poter partecipare all’evento, soprattutto a quelli che sono venuti tutto l’anno allo stadio» . E poi c’è ovviamente sul tavolo la questione sicurezza: «Continuo a dire che se le autorità non garantiscono la sicurezza di chi viene allo stadio, io non vengo a giocare a Roma» .
IL NODO TESSERA – De Laurentiis lo aveva già detto e ieri lo ha ribadito: è contrario all’ipotesi di una finale riservata ai soli possessori della tessera del tifoso. Di sicuro al momento c’è che ai titolari della card sarà garantito l’acquisto dei biglietti in prelazione. «La tessera per vedere la finale? Una cosa inaudita. Noi daremo la priorità agli abbonati, poi un ulteriore spazio per coloro che hanno la tessera. Dobbiamo garantire anche gli altri che sono venuti allo stadio sempre» .
CONDIVISIONE – Per tutelare i propri tifosi il Napoli chede un ruolo più attivo nell’organizzazione: «Secondo me Petrucci ha male interpretato le mie dichiarazioni, probabilmente ha pensato che noi disdegnassimo l’Olimpico. Non è così. Volevo solo dire: rendeteci partecipi delle decisioni. Devo difendere i miei tifosi e lavoro per loro» .
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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