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De Laurentiis: “Costruirò un grande Napoli”

Il presidente partenopeo: "Rifiutai in estate 55 milioni per Cavani"

In alto i calici: perché l’anno che se ne va merita un brindisi prolungato per festeggiare (ancora) le notti della Champions e quella coppa Italia nella quale c’è spumante in abbondanza. In alto i cuori: perché l’anno che verrà andrà affrontato senza macchia e senza paura, inseguendo se stessi, la propria filosofia e passeggiando in quel solco tracciato nel 2004 e sul quale De Laurentiis – attraverso le confessioni su Radio Marte – lascia piovere il seme d’una felicità da custodire nel tempo.

IO COMPRO – Il mercato è sempre: e quando sarà possibile intervenire, qualcosa accadrà, in difesa, in centrocampo e magari in attacco, ovunque sia possibile intervenire, e però dopo aver meditato. «Ci saranno grandi investimenti a gennaio ma soprattutto a giugno. Creeremo una società più forte di quella che siamo: in otto stagioni, siamo passati dalla serie C alla Champions e per questo ringrazio tutti quelli che hanno collaborato al nostro progetto sin dall’inizio. Il nostro obiettivo è diventare una delle squadre più forti d’Europa, perché Napoli sul piano culturale è più importante di Manchester o di Barcellona. Lo scudetto poi verrà…». 
MATAD’OR – Il mercato è un pacco doni, che a posteriori svela sorprese (nascoste in Russia, a San Pietroburgo): «Ho ricevuto, nel giugno scorso, un’offerta da 55 milioni per Cavani, ma l’ho tenuto perché io non sono al Napoli per fare commercio ma per amore della squadra. Edinson è un guerriero, che rappresenta l’animo del club e della città. E’ il simbolo della riscossa, il paladino di cui i tifosi hanno bisogno di essere rappresentati. Ed il campo è il luogo migliore per prendersi alcune rivincite. Il Napoli è il mio film più bello». 
IL FATTORE WALTER – Sopra la panca….Giugno 2013 è ancora distante e quel giorno, chissà cosa potrà succedere. Ma ora, a sei mesi dalla scadenza del contratto, con tre stagioni (e mezza) di successi alle spalle, nella letterina che De Laurentis divulga via etere per Mazzarri ci sono soltanto carinerie e una considerazione grossa quanto uno stadio, forse di più. «Io so perfettamente che abbiamo una squadra di alto livello ma abbiamo anche uno dei migliori allenatori del mondo. So anche che quando si perde la strada maestra, poi la si ritrova. Con Mazzarri interverremo con decisione e in maniera scientifica per rendere il gruppo sempre più competitivo. Ora per me siamo secondi in classifica, abbiamo otto punti in più rispetto alla passata stagione: io non considero ciò che ci è stato tolto, perché io considero il responso del campo». 
L’«INGIUSTIZIA» – Ma è un brindisi anche amaro, pensando a Cannavaro, a Grava, al meno due in classifica, ad un braccio di ferro con l’ordinamento sportivo “condiviso” con la solidarietà espressa da Antonio Conte: «La vicenda che ci è capitata è di una iniquità incredibile. La responsabilità oggettiva serve semplicemente a tenerci al guinzaglio e la giustizia sportiva va cambiata, perché se si continua a fare gli gnorri viene il dubbio che qualcosa non debba funzionare perché ne devono funzionare altre. Abbiamo preparato, con l’avvocato Grassani, un corposo ricorso e siamo fiduciosi nel secondo grado di giudizio. Ringrazio Conte per la sua vicinanza: lui vive in maniera totalizzante la propria esperienza, è un uomo vero che indossa al meglio i colori del proprio club». 
PRINCIPI AZZURRI – Ma il Napoli è anche altro ancora: è un Settore Giovanile che sarebbe riduttivo rappresentare soltanto in Lorenzo Insigne; è una formazione Primavera che è in semifinale di coppa Italia ed ha dominato il girone d’andata del proprio raggruppamento; è una serie di gioiellini da coccolare. «L’andamento dei ragazzi di Saurini mi fa enorme piacere e mi riempie di gioia. Oltre al tecnico, devo ringraziare Bigon e Santoro, che ha avviato la struttura e l’ha fatta rinascere dalle ceneri di una società che era finita. Abbiamo ragazzi fortissimi che rappresentano il nostro futuro». 
FUORI CAMPO – Ma la vita è anche altro, non solo le emozioni d’una ora e mezza, non solo le ambizioni di nove mesi tra campionato, coppe, Champions ed Europa League. Fuori dal campo, c’è un’Italia da amare, per la quale, prima che arrivi il 2013, De Laurentiis scende in area di rigore. «Siamo in prossimità di un anno particolare, c’è in ballo il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti. Non dobbiamo essere distaccati dalle prossime elezioni, né diffidare dalla politica, ma partecipare con impegno». 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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