La storia continua: da agosto a maggio, da una sosta all’altra, da un contrattempo (ininfluente) a un pastrocchio (irritante): il calcio del Terzo Millennio avanza a piedi nudi sui carboni ardenti e in un sabato Santo in cui è seriamente vietato mischiare il sacro con il profano, ciò che resta del football nostrano è l’immagine immiserita di pressapochismo, d’inadeguatezza, crepe nelle quali Aurelio De Laurentiis va ad infilare (di nuovo) il dito, lasciando che si spalanchino le voragini dell’approssimazione. «Sono preoccupato per quel che accade e sono deluso dal lavoro della mia Lega: avevamo detto di far tabula rasa, di ricostruire, di portare gente nuova che abbia lo spirito di impresa» .
SI POSTICIPI – Il pallone che rotola verso il nulla, in quel concentrato di sciatteria regolamentare, è intriso di veleno e quando Torino-Napoli è ancora un bel po’ distante dal fischio d’inizio, Aurelio De Laurentiis irrompe via etere attraverso radio Marte e declama ad alta voce la sua rabbia incontrollabile: «Ci sono le partite internazionali e dunque c’è il rischio che qualcuno arrivi in ritardo: io da solo non ce la faccio a blindare i miei calciatori, non mandandoli con le loro Nazionali; ma allora, che bisogno c’era di giocare al sabato, quando Paesi più importanti economicamente scelgono di andare in campo nel giorno di Pasqua? Lo fanno in Francia, in Inghilterra, in Spagna e in Germania e noi invece non pensiamo neanche ad ipotesi alternative» .
L’IRA – E dunque, s’è giocato: ovunque, con uomini mandati in campo nonostante l’aereo rotto, con altri lasciati in panchina, con una disparità di trattamento che De Laurentiis non digerisce: «Non sono quello al quale non sta bene nulla, sono quello che vive in un Mondo in cui certe cose non possono starmi bene: non accetto la passività della Legacalcio, non si può procedere in questa maniera. Viviamo in un’Italia in cui – a livello politico – sta andando in scena un teatrino: soffro per questo, a maggior ragione non accetto che si proceda in questa maniera nel calcio» .
I CASI – E’ un anno orribile, tra l’Is Arenas e le disfunzioni ormai congenite: è un concentrato di errori che incidono, che inquietano, che spingono De Laurentiis ad andare dritto al cuore d’un problema gigantesco: «Purtroppo non c’è gente che pensa, che utilizza il cervello. E’ arrivato il momento di assumere gente nuova e di organizzare nel modo migliore ogni cosa. Io non sono il bastian contrario, ma qui si falsa il campionato» . E affinché dal prossimo agosto al maggio del 2014 la storia, questa storia, non continui. Certo, poi a fine partita regala la sua dedica attraverso un Twitter: «Che risposta al Milan, grande prova dei ragazzi» .
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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