Li vuole giovani, forti nella mente e nelle gambe, affamati di vittorie; li vuole motivati, insomma. Che siano di gran nome può non importare, a De Laurentiis, basta che i giocatori del nuovo Napoli abbiano voglia di affermarsi. In questo senso il presidente azzurro sta effettuando le sue scelte, stilando una lista che si cercherà di tenere segreta il più possibile (in lizza ci sono tra i tanti Muriel, Sanchez e Leandro Damiao). «Per la prossima estate penso almeno a cinque innesti nel mio nuovo Napoli: ci saranno investimenti importanti, ma non so ancora chi verrà perché devo prima sapere se Mazzarri sarà l’allenatore oppure no e se Cavani resterà o andrà via».
Non è un aut aut. Non sono parole dette con rabbia o con fastidio. Anzi, tutto il contrario. De Laurentiis affronta con grande serenità i nodi sul tavolo del Napoli. A partire dal futuro del suo tecnico. «Ci siamo visti in settimana, parlando a lungo nello spogliatoio ma non del rinnovo del contratto: non è il momento, c’era questa pseudo-crisi da fronteggiare. Adesso c’è il campionato e io non ho alcuna intenzione di mettergli fretta, di dargli questo assillo, magari costringendolo a prendere adesso una decisione di cui magari potrebbe pentirsi tra qualche tempo». Insomma, tradotto, Mazzarri si prenda tutto il tempo che vuole. Vuole decidere a maggio? Bene, lo faccia pure, sembra dire il patron.
Il tecnico toscano era e rimane la prima scelta di De Laurentiis. È con lui che vuole ripartire. O almeno è questo quello che il presidente vuole lasciar intendere. «Con lui c’è una grande armonia: è sufficiente un gesto tra di noi per capirsi. Pioli? Mi ha sempre messo in difficoltà quando lo ha affrontato, ma non ho pensato né a lui né a nessun altro».
E a questo punto, ripete su Cavani tutto ciò che ha sempre già detto. «Per prendere il mio guerriero ci vuole un pazzo che spenda settanta milioni lordi. Ce li hanno solo il Real Madrid e il Barcellona, tutte le altri navigano al di sopra delle loro possibilità economiche e del rispetto del fair play finanziario: noi l’asticella l’abbiamo alzata di molto».
I progetti e il Napoli che verrà. Ma il futuro è legato, e non poco, al presente. Alla qualificazione in Champions. «Ho fatto bene ad andare a Castelvolturno, la squadra aveva bisogno di una scossa. Ho parlato a lungo con i ragazzi, non sono stato lì a rimproverarli ma solo a dare loro coraggio e sostegno. La loro gara con l’Atalanta è stata perfetta: mi ha colpito la gioia di Pandev dopo il gol». Non è deluso per la fuga della Juventus. «A inizio stagione non abbiamo mai parlato né di scudetto né di secondo posto: il nostro obiettivo era finire tra le prime cinque. Il Milan? È lì, vicino a noi. Ma non lo temiamo. Non temiamo nessuno». Ammette che è un campionato che lo diverte. «C’è grande equilibrio, anche la Roma di Totti si sta facendo di nuovo sotto. Se il campionato è bello siamo tutti più contenti: guardate la Spagna, ci sono solo due squadre e poi il vuoto». Il futuro del Napoli, ovvio, non inizia oggi: prima c’è da lavorare sodo, e bene, per centrare il secondo posto in classifica. Al Campidoglio, in una sala strapiena di ospiti dove riceve il premio Fortunato, De Laurentiis spiega: «Icardi l’ho cercato, è vero: ma noi abbiamo il nostro copione. Poi ci abbiamo pensato, prendere un giocatore per non farlo giocare non avrebbe senso».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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