Ciak, si gioca: e in quell’ora e mezza ch’è già un’emozione, il passato che ritorna lascia scorrere brividi lungo la schiena del De Laurentiis in stile-Amarcord. E’ Roma-Napoli, è testa a testa, la rinascita del Sud, il derby d’un sole accecante: ma lo sfizio Capitale, nell’avvicinarsi all’Olimpico, è nel rileggersi dentro, nel riveder se stesso un decennio dopo, nel rivivere l’estate del 2004 e il baratro del Fallimento. Il tempo è un (autentico) galantuomo e ora che le ferite sono cicatrizzate e all’orizzonte si staglia «la sfida delle sfide», la memoria è una cassaforte preziosissima per lasciar brillare di luce propria quel piccolo-grande capolavoro che resiste: «Io ho percepito quanto Napoli tenesse al calcio sentendo bussare alla porta quando ero in Tribunale per rilevare la società. Oggi sono felice di quello che abbiamo costruito, penso si possa essere orgogliosi del nostro percorso: i ragazzi di oggi giocano indossando la maglietta del Napoli; mentre all’epoca, nei cortili, al mio arrivò in città, vedevo solo fanciulli che nelle partitelle portavano quelle del Milan, dell’Inter, della Juventus. Chiesi loro il perché e capii. Roma-Napoli è anche altro: è la giovinezza, quando proprio all’Olimpico si andava con il ciuccio. Sono scene coreografiche che un uomo di cinema non dimentica».
LE STAR – I titoli di coda scivoleranno ben presto, e forse già stanno cominciando a farlo, e Roma-Napoli poi andrà alla ricerca (inevitabile) dei suoi attori protagonisti, le stelle con le quali abbagliare in una notte magica, in quel braccio di ferro tra primi e secondi che hanno già mostrato i personaggi d’una copertina scintillante: «Totti e Higuain innanzitutto? Ma no, questa è una partita che potrà offrirne anche tanti altri: penso ad esempio a Pandev, l’avete visto quando non c’è stato el pipita? E penso anche a Mertens, che sta crescendo e ha una velocità… Ma penso anche a Benitez e a Garcia: noi abbiamo un tecnico con una esperienza europea impressionante, sostenuta in anni ed anni ad alti livelli; e però i giallorossi hanno trovato un tecnico capace di valorizzare il parco calciatori».
L’ORO DI… – Il calcio che cambia è in quell’ora e mezza d’imprevedibile fascino da vivere nell’altura d’un campionato che attrae e in quel Roma-Napoli che De Laurentiis scruta con diplomatica cautela, c’è il senso pieno d’una rivoluzione nata nel sottoscala d’un mondo dal quale il Napoli era stato espulso e che nel decennio ha riconquistato attraverso l’Idea, il Progetto, la Diversità d’un management ch’è andato spesso oltre: «E infatti: io per questo dico che la partenza-record non mi interessa, ma semplicemente perché guardo esclusivamente al mio Napoli, che esiste e muove i passi da appena nove anni. Non ragiono facendo altri calcoli e seppure dovessimo vincere e prendere tre punti avremmo realizzato l’avvio più importante della storia. Mi soffermo sulla mia gestione».
Settembre 2004-Ottobre 2013: la tempesta del Fallimento e della serie C prima della fierezza d’una quiete economica che ha offerto promozione a raffica, due qualificazioni in Champions ed in Europa League, una Coppa Italia ed uno status imprevedibile all’alba di quest’era. « E ciò ci rende felici. E’ la dimostrazione d’un impegno. Roma-Napoli porterà con sé tanti altri valori, tanti significati: ci sono due squadre che giocano un gran calcio con una precisa identità, guidate da due tecnici stranieri che stanno facendo bene; sarà un match intrigante, addirittura più di quanto non lo siano stati quelli con la Juventus. E poi ci saranno motivazioni cittadini, regionali e culturali».
PUPI & PUPONI – Roma o Napoli lo dirà il campo: e in quel diciotto ottobre che s’avvicina prepotentemente, ci saranno eroi d’un calcio «eterno» a cui De Laurentiis rende pubblicamente onore («la Roma ha grandi giocatori e poi ha Totti…; gli dico bravo, anche perché fa la dieta che faccio anche io ed è gagliardo prendersi cura del proprio corpo») ed un clima così quasi surreale nel quale – accada quel che accada – sarà comunque lecito stropicciarsi gli occhi: «Secondo me sarà una serata bellissima».
«IO COMPRO» – Sarà uno spartiacque o, semplicemente, un ponte sul futuro che De Laurentiis disegna e rende favolistico quando (inevitabilmente) spunta l’evocazione del mercato: «Una squadra non può mai essere definita completa. Anche chi sposa la donna più bella al mondo, dopo un po’ finisce per desiderarne altre». Fiori d’arancio, c’è Roma-Napoli, con pensierini sparsi ai tifosi, alle curve ( «credo che qualcuno che gravita intorno al calcio non capisca il loro linguaggio: ognuno ha il diritto d’esprimere, noi possiamo condividere o non farlo, non necessariamente giudicarli») e con un ramoscello d’ulivo per Mazzarri: « Pur essendo un grande allenatore, ha conosciuto l’Europa con noi. Ma penso che sia giusto smettere di battere e controbattere ogni frase che uno dice».
Ciak, è un’altra scena.
Fonte: Corriere dello Sport.
La Redazione.
D.G.
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