IL MOTIVATORE. A volte basta poco, anche solo un sorriso, oppure pochissime parole che però devono arrivare dritte al cuore e tornare utili per avvertire un cenno di «solidarietà», un aiutino psicologico per andarsene fuori dalla tormenta: perché Bilbao (che senso ha fingere?) ha lasciato scorie e tracce e segni ed il successo sul Genoa certo è stato utile, eccome, ma poi non s’è avuto modo per incontrarsi. La veste è ufficiale, ci mancherebbe, stavolta scende in campo il presidente e lo fa con un blitz in piena regola, per stupire con affetto speciale, per amplificare la portata di una decisione che mira a dar testimonianza della propria fiducia (cieca) nel progetto, in ciò ch’è stato costruito nel tempo e che non può essere demolito per due seratacce.ECCOMI. Toccata e fuga: avendo il gesto un suo specifico valore (non solo dimostrativo) che va al di là del minutaggio e che sottolinea il desiderio di sottolineare al Napoli che c’è (ma anche a quello che rientrerà dagli appuntamenti con le Nazionali) che la società è presente e che Benitez è andato a Liverpool per tirare il fiato, secondo canoni (indubbiamente inconsueti) per il calcio italiano, ma ispirati da una comune visione del football moderno. Bentornati, ragazzi: e poi una mezz’ora per ribadire che la «vita prosegue» e che ci sono altri «quattro obiettivi» e che, maledizione, è andata, la Champions appartiene al mondo dei sogni (pardon, degli incubi), ma domenica c’è il Chievo e questa è una fase delicata della stagione. Perché – verissimo – la vittoria ormai diviene (quasi) la normalità e un accenno di zoppia, invece, rischia di infilarsi nella piaga del San Mamés, che comunque resta lì.
IL SEGNALE. E poi è nel momento del disagio o delle difficoltà (pure quelle ambientali) in cui serve esserci: De Laurentiis lascia Roma all’ora di pranzo, piomba a Castelvolturno prima che Fabio Pecchia cominci la seduta pomeridiana (con Mertens e Zuniga appena rientrati), si concede un’amabile chiacchierata con il suo Napoli – invitato, per mercoledì, ne avessero voglia, a Cinecittà World – al quale rilancia la propria incondizionata stima, non prima di aver rimosso le voci d’un week-end infiammato dalla vacanze di Benitez e da possibili amatori asiatici. E allora, meglio metterci la faccia e pure qualche tenerezza: loro di Napoli ne avevano bisogno.
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