Non è ancora l’ora delle decisioni irrevocabili. Certo Rafa, dopo aver eguagliato i record positivi di Mazzarri, pareggia quelli negativi di un altro tecnico non proprio amatissimo da Aurelio De Laurentiis: Roberto Donadoni. L’ex ct azzurro iniziò la stagione 2009/2010 proprio con due sconfitte (Palermo e Genoa) in tre gare. Il patron del Napoli starà toccando ferro: ai primi di ottobre fu costretto a cacciarlo dopo un 2-1 all’Olimpico contro la Roma. Con Benitez è diverso: c’è un feeling assoluto, talmente solido che il tecnico spagnolo mai ha manifestato in pubblico il mal di pancia per le scelte dell’ultimo mercato del Napoli. Dopo l’uscita dalla Champions e l’inizio choc in campionato, l’incantesimo sembra però svanito: la carrozza pare essere diventata una zucca. E ora? tutto grava sulle spalle di De Laurentiis. Lui, ieri, al Friuli non c’era. E nei suoi pensieri non ha ancora messo in discussione il suo allenatore poliglotta che lo ha incantato sin dal primo incontro a Londra nel maggio 2013. Esonero? Non ancora. Ma di sicuro quell’idea di presentargli il rinnovo slitta. E di un bel po’. Il presidente non è ancora partito per gli Stati Uniti, sabato è stato a Ischia ma ieri ha deciso di non raggiungere la squadra. Brutto segnale. Non per Rafa, sia chiaro, ma per l’ambiente. Chissà se oggi si farà vedere a Castelvolturno come ha fatto altre volte nelle ultime due settimane. Non ci sono aut aut presidenziali e, al momento, la panchina di Don Rafe’ non traballa. Ma bisogna dare una svolta, altrimenti De Laurentiis sarà costretto a fare qualcosa. Quando lo ha fatto è stato perchè ha capito che era lo spogliatoio ad aver fatto crac. E non solo l’allenatore.
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