Saluti e baci. Senza dirsi arrivederci e senza pensare neanche più a un addio: senza parole, se non languidi messaggi d’amore che introducono alla (inevitabile) pausa di riflessione. Parliamone: e sì che ne parleranno, quando l’occhio di bue sarà stato dirottato altrove, e nell’etere non ci sarà altro che l’eco d’un mese tormentato, tra frasi accavallate in «quell’equivoco sistematico». Sessantatré milioni di straordinari motivi per starsene sull’uscio del San Paolo e aspettare che el Matador torni: poi, in quel momento, nell’abbraccio magari convenzionale ma nell’affetto sempre, la carta che canta avrà la capacità di rievocare ciò ch’è stato scritto e servirà per sostenere ciò
che invece è stato «cinguettato» a mo’ (pure) di seduzione: «Due grandi gol, Edi». Così parlo De Laurentiis, pubblicamente: twittando in contemporanea al triplice fischio di chiusura d’Italia-Uruguay e avviando invece la personalissima partita del cuore con quel matador che ha stregato Napoli a modo suo, mica soltanto con i gol: «Sul mio futuro non ho dichiarazioni da fare, altrimenti va a finire che vengo frainteso. Però voglio mandare un saluto e un bacio ai napoletani e dire: forza Napoli».
SCUDETTO – I fatti estrapolati dal feuilleton hanno la certificazione degli interpreti e in quest’estate impregnata di Cavani, ciò che resta e che dà senso all’offensiva congiunta di Benitez e De Laurentiis è il desiderio di restare «competitivi a tutti i livelli», dallo scudetto in su e in giù, allestendo un Napoli sempre più seducente e rassicurante per l’ambizioni di un attaccante da centoquattro reti in tre anni e da diciassette gol con la propria Nazionale. Le telefonate di Benitez hanno squarciato il muro del silenzio e lo slancio sul mercato per acquistare Mertens, per «opzionare» Rafael (contratti spediti: va però ora trovata sintonia sulle modalità di pagamento), per avvicinare Callejon rappresentano gli argomenti tangibili alle aspirazioni di De Laurentiis: «Il mio Napoli vorrà essere protagonista sempre». Con Cavani e con la sua potenza fisica, con la sua straripante capacità d’essere leader è più semplice: e non ci saranno vagonate di euro al di sotto della fatidica somma pattuita nel contratto e definita clausola rescissoria che indurrà a vacillare. Dunque: sessantantré milioni per prendersi Cavani o per lasciarlo nella felicità palpabile del «suo» Napoli che De Laurentiis ha rappresentato pure dialetticamente: «Lui qui è amato come in nessun’altra città del mondo. Altrove sarebbe uno dei tanti campioni. Qui è l’idolo».
FUOCO LENTO – Son stati giorni roventi: poi le fiamme sono andate spegnendosi e sono rientrati i proprositi di «faccia a faccia», tramutati in «chiacchierate per chiarire». Son stati momenti complessi, su quel passaparola che un’ora sì e l’altra pure si scatenava mediaticamente, con dichiarazioni prossime alle provocazioni e traduzioni non sempre fedelissime. Son stati istanti delicati (che hanno creato pure «baruffa» tra De Laurentiis e Sky in seguito ad un tweet del prsidente del Napoli, con comunicato di solidarietà del Cdr della tv satellitare nei confronti del collega Alciato) che sembrano appartenere al passato. Il futuro è adesso: avvolto nella strategia che si sviluppa sull’asse De Laurentiis-Benitez: «Sarà un Napoli competitivo» . Verde, bianco e rosso: il mondo di Cavani dev’essere a colori.
Fonte: Corriere dello Sport.
La Redazione.
D.G.
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