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De Laurentiis ai giornalisti: “Non dovete sapere degli stipendi dei calciatori”

L'Ussi al presidente del Napoli: "La Figc intervenga seriamente nei suoi confronti"

Soldi, contratti, prezzi. I presidenti si ribellano. Vogliono smetterla di parlare di cifre, di raccontare quanto spendono e pagano per i loro campioni. Lo ha fatto intendere Adriano Galliani in maniera elegante, quando gli è stato chiesto dell’eventualità di nuovi ritocchi di ingaggio dopo quello appena concesso a Thiago Silva: «Sono affari privati. Intanto, i nostri giocatori hanno tutti stipendi altissimi, quindi nessun ritocco a chicchessia» . Mentre Aurelio De Laurentiis lo ha addirittura urlato, arrivando pure a minacciare un cronista, dopo aver tacciato di «cafoneria» l’intera categoria dei giornalisti di calcio, accusata poi di essere la causa dell’ «innalzamento e del lievitamento dei costi» . Tutta colpa di una domanda su Cavani, a proposito di una possibile arrabbiatura del suo agente in merito al rinnovo di contratto. Da lì ha cominciato a montare la rabbia del presidente del Napoli.

ARRIVO COL SORRISO – Eppure l’arrivo di De Laurentiis in Lega Calcio era stato all’insegna del sorriso. Il massimo dirigente azzurro aveva preso autonomamente la parola per elencare tutte le tappe del precampionato del Napoli. Ecco perché era difficile attendersi una tale reazione per una domanda evidentemente poco gradita, ma anche lecita alla luce di quanto sta accadendo attorno a Cavani. Ma nella mente di De Laurentiis è come se si fosse acceso un fiammifero, che ha finito per provocare un incendio. «Poiché il mondo delle comunicazione non fa altro che dire caz…e, io ormai non mi arrabbio» , è stata la sua prima reazione, per poi proseguire tutto d’un fiato: «Adesso mi diverto la mattina. Ora non perdo più tempo come in passato, quando leggevo tutto quanto. E’ come se mi toccasse leggere un film scritto da altri, tranne che dal sottoscritto. Ebbene, non ne vale la pena. Prima, quando non conoscevo il mondo del calcio, mi inquietavo. Ma adesso non mi voglio più inquietare. Ho già detto che i giornalisti di calcio sono dei gran cafoni…» .

MINACCE E ACCUSE – Davanti a De Laurentiis c’erano diverse telecamere e microfoni. E’ stato Andrea Longoni, giornalista di Tele Lombardia, a interromperlo e a ribattere. «Cafone lo dice a qualcun altro» . Ovvio che il presidente del Napoli non se lo aspettasse: «No, io lo dico a lei» , ha replicato. Il cronista, però, non ha mollato la presa: «Non si permetta proprio» , ha insistito. A quel punto, il massimo dirigente azzurro ha definitivamente perso le staffe, ringhiando: «No, io mi permetto e le metto anche le mani addosso se continua…» . E, in tono sempre più alterato, fino ad arrivare ad urlare, ha aggiunto: «Lo sa perché? Perché nella vita non si può parlare solo di soldi. Noi nel cinema siamo dei gran signori, perché di Brad Pitt e di Angelina Jolie non si dirà mai qual è il loro contratto (come se i cachet per i film rimanessero sempre un segreto…, ndr) . Mentre a voi interessa soltanto sapere quanto vale un giocatore, per quanto è stato venduto e quanto guadagna. Siete tutti così e così fate sempre innalzare e lievitare i costi» .

L’USSI – Dopo lo sfogo di De Laurentiis, è arrivata una nota dell’Ussi (Unione stampa sportiva italiana): «Il Presidente De Laurentiis, peraltro, non è nuovo ad episodi del genere; chiediamo, pertanto un serio intervento delle Istituzioni calcistiche per evitare il ripetersi di episodi del genere che offendono la categoria dei giornalisti e screditano l’intero mondo del calcio italiano» .

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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