Good morning, Rafa: e il terzo quinquennio è cominciato di slancio, all’alba del nuovo Napoli da modellare, da disegnare, da tratteggiare. Let’s go, perché nulla sia lasciato al caso, andando incontro al futuro, afferrandolo al volo, immediatamente, non appena l’aereo proveniente dagli States ha concesso al señor Benitez di ritrovarsi a Londra amabilmente accerchiato da De Laurentiis e da Bigon, dalla sua voglia matta di ricominciare (con diplomazia) in quell’universo che gli garba tanto. « Spero di allenare una squadra che partecipi alla Champions». La «sua» Napoli s’è cominciata a delinearsi lunedì scorso, in quel blitz utile per conoscersi e (già) per apprezzarsi, per scoprire di essere fatti l’uno per gli altri; il «suo» Napoli è stato praticamente concepito sin da ieri, dal primo – concreto – contatto fisico consentito dagli eventi e successivo alla formalizzazione di una intesa nelle corde delle parti: il contratto è ormai ritenuto un dettaglio marginale, un foglietto da autografare dopo il lavoro sbrigato mercoledì a Roma tra Andrea Chiavelli – l’ad del Napoli – e Manuel Garcia Quilon – il manager del tecnico – mentre stavolta è cominciata la fase operativa.
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