Di mattina al teatro San Carlo in veste di invitato speciale; di pomeriggio sul palco in piazza del Gesù da protagonista. Aurelio De Laurentiis partecipa con interesse all’ultima giornata degli eventi organizzati dal quotidiano La Repubblica nell’ambito de «La Repubblica delle idee».
Di mattina, dopo essersi incontrato e salutato le principali autorità cittadine, si accomoda in poltrona ed ascolta il botta e risposta tra il direttore Ezio Mauro e il presidente del consiglio Matteo Renzi. E lasciando il San Carlo, gremito fino all’inverosimile, lancia un tweet: «Renzi ha fatto un discorso esemplare e innovativo. Lui completerà una rivoluzione totale ma la palla resta agli italiani. Siamo noi i padroni del nostro destino. Lui ci aiuterà a ritrovare la consapevolezza della nostra grande dignità. E della nostra grande capacità propulsiva del fare». Gli sarà piaciuta la concretezza mostrata dal neo presidente del consiglio, nonchè la semplicità nell’esposizione. Poi si è diretto nel solito albergo del lungomare per una riunione operativa con i suoi più stretti collaboratori. All’ordine del giorno il punto sui lavori a Castellvolturno e l’organizzazione del ritiro estivo.
DI POMERIGGIO. Verso le 18.30, il presidente del Napoli ha preso posto sul palco in piazza del Gesù accanto a Gianfranco Zola. E qui ha esternato a trecentosessanta gradi. Puntando spesso l’indice sulle norme da cambiare se si vorrà dare una sterzata al calcio sia quello internazionale che quello nazionale: «Non capisco perché non si debba abolire l’Europa League se porta solamente dei danni. I preliminari di Champions League sono una jattura. Ammesso che li superiamo, e quindi possiamo contare su introiti certi, mi dite dal 26 al 31 luglio chi andiamo a prendere? Resteranno gli scarti degli altri. In Italia, poi, tante cose non vanno e se non si cambia saremo costretti a restare sempre indietro. Vedete la Juve che fattura 260 milioni di euro. Rispetto ad altri club europei che ne fatturano 500 non potrà mai competere. Tantomeno noi che siamo molto al di sotto. Lo scudetto? Io ne vorrei regalare tanti ai napoletani ma si dà troppa importanza a questo traguardo ed è anche effimero. Meglio restare ai vertici per tanti anni piuttosto che vincere una volta sola, poi fallire e ritornare a competere dopo 20 anni. Io vado di fiero della gestione del club finora».
Critica la decisione di stabilire dei premi per i calciatori della nazionale: «Non ha senso. E’ loro dovere giocare e cercare di vincere. I premi andrebbero dati ai club che li assistono per tutto l’anno. Insigne l’abbiamo cresciuto noi, non la Figc». Rivela i lavori in corso a Castelvolturno: «D’intesa con Benitez, abbiamo stanziato un milione di euro per una piscina coperta, l’ampliamento della palestra, altri lavori di messa a punto degli spogliatoi». Il mercato: «A noi Mascherano (intanto ha rinnovato con il Barça) piace ma esiste una possibilità che ce lo diano in prestito se non dovesse trovare un’intesa sul suo impiego nel Barcellona. Intanto rientreranno circa venti calciatori da prestiti e comproprietà e dobbiamo cercare di collocarli. E sono a un bivio: investire sul vivaio, oppure acquistare un club di C dove far giocare i nostri ragazzi della Primavera? Lo stadio nuovo? Impossibile pensare di investire 200 milioni di euro, perché l’intervento dovrà essere in tutta l’area di Fuorigrotta, quando se ne fatturano molto meno».
Fonte: Corriere dello Sport
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