De Gu(i)zman. L’uomo del guizzo. Lesto, improvviso, decisivo. Era ormai finita, recupero abbondante. Docce già aperte per l’acqua calda e arbitro col fischietto tra le labbra. Eppure ecco lui: Jonathan De Guzman. E’ sbucato alle spalle di tutti. Taglio, stop e pallone in rete. Comodo. Dolce. Appena appoggiato. Due a uno e la fine davvero. Ma del Genoa. De Guzman in paradiso. La corsa sfrenata, l’abbraccio dei grandi dello spogliatoio e l’urlo di gioia in tutte le lingue del mondo. Jo’ il poliglotta. E’ nato in Ontario, Canada. Papà filippino e mamma giamaicana. A dodici anni è volato in Olanda, e lì ha preso il passaporto e la nazionalità. Giocava in Galles, era però del Villarreal.
NUMERO 6. E ora è tutto napoletano, e magari imparerà anche un po’ di dialetto. Sei milioni di euro il prezzo pagato. E 6 pure il numero di maglia. Quattro gli anni di contratto. Poteva arrivare in prestito. Blitz degli agenti nella notte di Napoli-PSG al San Paolo. Strette di mano, riunione a tavola e intesa totale. C’era però il QPR che pagava bene e s’è scatenata l’asta. « Ma io ho voluto il Napoli. Sono qui per vincere lo scudetto, per Benitez e per far gol alla Juve. E poi l’Italia in carriera mi mancava» . Jo’ il multietnico e pure multiruolo. Un jolly tattico. Gioca dappertutto. Ha qualità e vede la porta. Quella avversaria. Pure quella del Napoli, sì. E’ accaduto al San Paolo sei mesi fa. Sedicesimi di Europa League. Fece gol con lo Swansea, esultò sotto la curva e scambiò la sua maglia come da cerimoniale. L’hanno ritrovata tra quelle collezionate poco prima che arrivasse. Un segno del destino.
NON SOLO GOL. Il gol d’occasione, gli assist per mestiere. Soprattutto sui calci da fermo. In allenamento Benitez li fa già battere quasi tutti a lui. Ha il destro tagliato e preciso. Pure un po’ maligno. Sui corner, la mette in testa al centravanti. A Marassi, il bomber, l’ha fatto però lui. E s’è ritrovato nei titoloni giornali e nelle clip delle tv. Esordio col botto. Meglio di un anno. Allora fu “che botta!!”… La prima di campionato in Premier la saltò per una craniata pazzesca. Doveva giocare contro lo United, la passò invece in ospedale. Capocciata con Kuit in nazionale e tutti e due ko. Storie passate. Oggi sono soltanto sorrisi. Pure se nei convocati dell’Olanda, il suo nome non c’è. E non se l’aspettava. Era nei ventitré mondiali, titolare l’ultima contro il Brasile. Orange di adozione. E’ arrivato in Europa ch’era un ragazzino. Voleva seguire il fratello all’Olympique Marsiglia. Finì invece al Feyenoord. E da lì non si sono più ritrovati: Julian ora è svincolato e ha scelto il Canada; lui, Jonathan, è azzurro e ha optato per l’Olanda. E in nazionale vuole tornarci. A Marassi mancavano ormai pochi secondi e c’ha creduto: lancio di Zuniga e lui là, scaltro, rapido, concreto. Pure più di Michu, attaccante, amico e compagno già a Swansea. L’ha nominato anche per #l’icebucketchallenge, la doccia gelata per raccogliere fondi contro la SLA. De Guzman freddo. Anche sotto porta. Debutto, gol e sensazioni subito speciali. La prima volta non si scorda mai. «Mai avrei sognato un esordio così. E’ un momento bellissimo» . Un attimo. Un… De Gu(i)zman.
NON SOLO GOL. Il gol d’occasione, gli assist per mestiere. Soprattutto sui calci da fermo. In allenamento Benitez li fa già battere quasi tutti a lui. Ha il destro tagliato e preciso. Pure un po’ maligno. Sui corner, la mette in testa al centravanti. A Marassi, il bomber, l’ha fatto però lui. E s’è ritrovato nei titoloni giornali e nelle clip delle tv. Esordio col botto. Meglio di un anno. Allora fu “che botta!!”… La prima di campionato in Premier la saltò per una craniata pazzesca. Doveva giocare contro lo United, la passò invece in ospedale. Capocciata con Kuit in nazionale e tutti e due ko. Storie passate. Oggi sono soltanto sorrisi. Pure se nei convocati dell’Olanda, il suo nome non c’è. E non se l’aspettava. Era nei ventitré mondiali, titolare l’ultima contro il Brasile. Orange di adozione. E’ arrivato in Europa ch’era un ragazzino. Voleva seguire il fratello all’Olympique Marsiglia. Finì invece al Feyenoord. E da lì non si sono più ritrovati: Julian ora è svincolato e ha scelto il Canada; lui, Jonathan, è azzurro e ha optato per l’Olanda. E in nazionale vuole tornarci. A Marassi mancavano ormai pochi secondi e c’ha creduto: lancio di Zuniga e lui là, scaltro, rapido, concreto. Pure più di Michu, attaccante, amico e compagno già a Swansea. L’ha nominato anche per #l’icebucketchallenge, la doccia gelata per raccogliere fondi contro la SLA. De Guzman freddo. Anche sotto porta. Debutto, gol e sensazioni subito speciali. La prima volta non si scorda mai. «Mai avrei sognato un esordio così. E’ un momento bellissimo» . Un attimo. Un… De Gu(i)zman.
Fonte: Corriere dello Sport
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro