Missione serie A per l’Italia del tennis. L’ostacolo è il piccolo Cile che battuto proprio dodici mesi fa sul cemento di Santiago, ha consentito a Barazzutti e agli azzurri il ritorno nel Gruppo Mondiale dopo 11 anni di esilio.
Ed è proprio per conservare un posto nella «World Group» così faticosamente riconquistato che si giocherà a Napoli tra otto giorni, nell’arena in terra rossa realizzata alla Rotonda Diaz, capace di 4mila posti a sedere e con vista mozzafiato sul golfo di Napoli, e che ieri è stato benedetto dal vescovo della città, il cardinale Crescenzio Sepe: «È un altro evento che consente di far conoscere al mondo intero le bellezze della nostra città». Uno dei veterani azzurri in Davis, Potito Starace, il ragazzone di Cervinara, era alla presentazione dell’evento, al Tennis Club Napoli. Ospite del sindaco Luigi de Magistris, del presidente del Tc Luca Serra e Gian Paolo Leonetti presidente comitato organizzatore. Starace conferma il suo forfait e il suo rammarico: «È una specie di maledizione, non riesco mai a giocare sui campi della mia Campania – dice – Ma sarò vicino alla squadra che vuole a tutti i costi mantenere il posto tra i big della Davis e a cui ho già ben spiegato l’incredibile affetto e passione che sa dare il pubblico napoletano».
Che ha già risposto alla grande: 1500 i biglietti venduti. Non è difficile prevedere il tutto esaurito. «In un mese abbiamo trasformato in realtà quello che per tutti era solo un sogno», spiega il presidente Serra. «Siamo orgogliosi e puntiamo al pienone per pareggiare i costi dell’organizzazione dell’evento». 120mila euro il costo della struttura allestita sul lungomare, quasi 400mila la spesa complessiva per la manifestazione. I lavori, coordinati dall’architetto Fabio Casalini, sono stati quasi completamente ultimati (a parte qualche dettaglio, come il tunnel che porterà gli atleti dagli spogliatoi del circolo direttamente al campo da gioco e la tribuna autorità). Ampiamente soddisfatto anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris: «Sarà una bella festa per tutta la città, la prova che quando passione, competenza e professionalità si mettono insieme tutto si può realizzare».
Ora Italia-Cile è una partita che deve farci evitare di precipitare in serie B, dove tra spareggi sfortunati (gli azzurri hanno incrociato una volta Ivanisevic, due Nadal e una Federer) per tornare al piano di sopra, e retrocessioni in C scampate di un soffio o centrate in pieno, come accadde nella trasferta in Zimbabwe del 2003, siamo stati dal 2000 fino al 2011.
L’Italia è al 15esimo posto nel nuovo ranking ITF ed è per questo che gli azzurri hanno evitato sfide più affascinanti con Germania, Svizzera e Russia pescando invece il Cile che, nei cinque precedenti, sono sempre finiti ko. Corrado Barazzutti, il capitano, a New York per il Flushing Meadows, ha inviato ieri il saluto agli organizzatori e ai tifosi napoletani. «Siamo i favoriti, la squadra al momento sulla terra rossa è solida e di grande spessore. È una squadra omogenea che mi dà la possibilità di poter scegliere. Giocare a Napoli mi rende felice anche perché l’arena sorge nelle scenario più bello del mondo». Andreas Seppi (n.22 Atp), Fabio Fognini (59), Filippo Volandri (72) e Simone Bolelli (84). A difendere i colori cileni saranno Capdeville (166 Atp), Aguilar (283), Hormazabal(290) e il 16enne Garin(1311). Balza all’occhio l’assenza di Nicolas Massu, che per la prima volta dopo 12 anni non difenderà i colori della propria nazione, dopo tante battaglie epiche e soprattutto le due medaglie d’oro vinte alle Olimpiadi di Atene. Per l’Italia del tennis, quasi una formalità. Per Napoli l’ennesima, grande passerella mondiale.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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