NAPOLI – Poi c’è un paradosso che induce persino a sorridere un po’: nella passata stagione – e sarebbe più giusto dire negli anni scorsi – il tallone d’Achille della retroguardia era sulle palle inattive, quei pericoli costanti che venivano corsi sia su angolo che su punizione.
Tutta colpa della marcatura a zona, si sospettava. Ora Benitez ha modificato la struttura organizzativa e i benefici sono evidenti: il Napoli non ha ancora subito seriamente dai corner o dai calci da fermo e però ha dovuto accorgersi di soffrire il movimento (senza palla) altrui o il cambio di campo, persino a settore allineato. Sarà un caso, a Verona tutto nasce da un ribaltamento da destra a sinistra, con Zuniga impreparato nella chiusura (e quindi nella copertura dello spazio) e contro l’Arsenal è stato di là che ha affondato Ramsey (e con lui Ozil). E comunque la netta inversione di tendenza è nelle modalità con cui il Napoli «subisce», perché con Borussia e Sassuolo – ad esempio – lo sfodamento è avvenuto a destra e, incredibile ma vero, a difesa schierata.
Fonte: Corriere dello Sport
La redazione
F.G.
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