Si faccia una domanda e si dia una risposta. Aurelio De Laurentiis deve avere un’idea un po’ “marzulliana” delle conferenze stampa, perché i quesiti – quelli intelligenti – se li fa lui, lasciando ai giornalisti solo limiti e confini al di là dei quali è severamente vietato inoltrarsi. Così nel giorno della presentazione delle nuove maglie del Napoli, il patron azzurro ficca una maschera da tigre in testa al neo arrivato Inler e da vero anchorman dirige la festa a bordo della nave da crociera (nonché sponsor) che ospita il tutto. La telenovela estiva per portare sotto il Vesuvio il centrocampista svizzero dell’Udinese scopre un finale pirotecnico, degno di un colossal hollywoodiano. De Laurentiis prima bluffa annunciando il mancato accordo, poi a sorpresa fa entrare il modello con la divisa 2011-12 e il volto coperto. Il numero è l’88 e a sbucare dalla bocca del mammifero è proprio il sorridente mediano di 27 anni.
Anche la più spettacolare delle conferenze stampa però, prima o poi, deve lasciare spazio alle domande dei presenti. Le curiosità intorno a Inler sono molte, soprattutto sulle tappe di una trattativa che prosegue ininterrottamente da quel famoso Napoli-Udinese del 17 aprile, quando l’allora giocatore friulano non esultò dopo aver trafitto la porta di Morgan De Sanctis al San Paolo. Il primo a cimentarsi è, manco a dirlo, proprio De Laurentiis che si improvvisa cronista e chiede al neo arrivato le prime sensazioni azzurre, se lo “attizza” il modulo di Mazzarri e se restarà a lungo. “Non si sa mai“, replica ingenuamente il giocatore all’ultimo quesito. Pronto la replica divertita del presidente: “Ora lo rimandiamo a Udine…“.
Prima di cedere il microfono ai giornalisti, relegati a spettatori dello show, De Laurentiis decide di fissare alcuni “innocenti” paletti ai loro quesiti. “Vi do la possibilità di fare tre domande, non stupide. Non chiedete quanto lo avete pagato, quanto guadagna, perché non gliene frega nessuno e non vi rispondiamo“, ammonisce il padrone di casa. I limiti vengono rispettati dai primi due. Lo stesso non fa un ribelle giornalista, Gianluca Monti, della Gazzetta dello Sport che osa inoltrarsi nel territorio proibito: “Vuoi lanciare un messaggio ad Hamsik, Lavezzi e Cavani di rimanere qui e non andare via?“, chiede il cronista al neo acquisto Inler. De Laurentiis si imbufalisce – d’altronde come dargli torto: le regole le aveva dichiarate tre minuti prima – e strappando il microfono di mano allo svizzero gliene dice quattro a lui e al suo giornale. “Se vanno via è solo per i continui assist di una iettatrice Gazzetta dello Sport – attacca il patron -. Ma De Laurentiis non li vende. La tua domanda, quindi, rompe solamente i coglioni”.
Ecco servito chi decide di fare di testa sua, chi travalica il circolino tratteggiato, chi non rispetta il copione del regista, chi non capisce “cosa interessa davvero alla gente”. Dalla platea partono gli applausi dei fedeli: le domande che rompono i coglioni sono sistemate. Aurelio sorride compiaciuto anche se sa, maledizione, che nonostante le sue ammonizioni ci sarà qualcuno che invece di battere le mani le farà ancora. Iettatori.
La Redazione
C.T.
Fonte: Guido Di Santo per Datasport
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