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Daniele Verde, il talento napoletano che è sfuggito all’azzurro

Mamma Patrizia si è spaventata quando nella notte tra domenica e lunedì hanno suonato al citofono di casa in via Catone a Rione Traiano. Non immaginava proprio che fosse suo figlio Daniele, reduce dalla vittoriosa trasferta a Cagliari con la Roma.
Daniele Verde, diciannove anni da compiere a fine giugno, è nato e cresciuto a Fuorigrotta, non lontano dallo stadio San Paolo.
Eppure, il destino ha voluto che fosse proprio lui a tenere il Napoli a distanza di sicurezza dalla Roma. Con due assist ed una prestazione sontuosa, Verde è stato decisivo per il successo dei giallorossi al Sant’ Elia.

DUECENTO PALLEGGI Daniele ha festeggiato a casa, dove mancava da un mese. «Abbiamo chiacchierato fino alle sei del mattino – racconta la signora Patrizia -. Io ho sempre creduto in mio figlio, del resto lui già all’ età di sei anni aveva scritto sul diario personale che da grande avrebbe fatto il calciatore». Un sogno diventato realtà. Così adesso Daniele, il cui agente Chiodi sta discutendo il rinnovo di contratto con la Roma, può ripagare i genitori di tanti sacrifici: «Vorrebbe aiutarci – continua mamma Patrizia -, ma è giusto che si goda i primi guadagni. E’ un ragazzo semplice, non ho mai avuto paura che si perdesse in un quartiere non facile come questo». I Verde sono gente umile ed onesta. Papà Giuseppe è disoccupato, Patrizia fa la collaboratrice domestica. Hanno tirato su tre figli, Daniele è l’ ultimo. Cresciuto a pane e pallone. A sei anni si iscrive alla scuola calcio San Domenico, poi un anno e mezzo alla Pro Calcio con Peppe Lomasto tra la Loggetta e i campetti Fior d’ Arancio, a pochi passi dal centro Paradiso, dove si allenava il Napoli di Maradona: «Daniele era molto timido – ricorda Lomasto -, ma altrettanto educato. La prima volta che è venuto da me gli ho chiesto solo di palleggiare, poi mi sono messo a parlare con gli altri bambini. Quando mi sono girato, dopo dieci minuti, stava ancora palleggiando con il sinistro, allora ci siamo messi a contare, ma a 200 palleggi l’ ho dovuto fermare».

UNA DONNA NEL PALLONE Il definitivo salto di qualità arriva con il Pigna Calcio. Lo allena Luigi Pignalosa, ma Verde diventa in breve il pupillo del direttore tecnico Gianni Troiano (con il quale ha cenato ieri sera) e soprattutto dell’ allora presidentessa Lucia Carbonaro, la donna che lo ha ceduto alla Roma per 18.000 euro. «Sento sempre Daniele, ieri mi ha detto di non aver ancora realizzato a pieno cosa gli sta accadendo.
Per me non è una sorpresa, faceva cose eccezionali già a dodici anni. Venivano a vederlo tanti osservatori, è stato Stefano Palmieri a portarlo a Trigoria per un provino. Con Bruno Conti il feeling è stato immediato. Quando ha parlato con Daniele, ho capito subito che la Roma era l’ ambiente giusto per farlo crescere. Ho rifiutato altre proposte (tra le quali quella della Juve, ndr) che economicamente sarebbero state più vantaggiose, ma era giusto così».
Dunque, Verde ha uno «sponsor» importante come Bruno Conti, ma a Trigoria c’ era qualcun altro che stravedeva per lui: «Vincenzo Montella ne ha sempre ammirato le qualità e tessuto le lodi – afferma la dottoressa Carbonaro, di professione nefrologa -. Il Napoli? Non ha mai mostrato interesse». Una svista che potrebbe risultare decisiva nella corsa al secondo posto.

fonte: gazzettadellosport

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