Venti di cambiamento nel mondo del calcio. Giovedì 5 luglio è stata una giornata che può definirsi storica per ciò che riguarda l’aspetto arbitrale. L’International Board, organismo internazionale garante del regolamento calcistico, ha aperto le porte alla tecnologia. La Fifa introdurrà nei prossimi anni, dopo graduali esperimenti, il cosiddetto “occhio di falco”, un sistema per individuare con esattezza ed immediatezza se il pallone ha varcato la linea di porta. Telecamere e microchip magnetici a supporto dei cinque arbitri, dopo l’ingresso già avvenuto in Europa dei due arbitri di linea. Una innovazione che richiederà i giusti tempi tecnici di attuazione, ma che è già avviata ufficialmente per il futuro.
Aurelio De Laurentiis a più riprese in passato si è fatto interprete e fautore della necessità di cambiamento, sottolineando l’esigenza dell’aiuto tecnologico sui campi di calcio.
Già agli albori della sua avventura azzurra, nel 2007, con il Napoli fresco di promozione in Serie A, il Presidente si espresse in maniera categorica: “E’ assurdo che vengano fuori storie di gol-non gol in un’epoca così all’avanguardia, spero che la Federazione presto possa applicare la moviola in campo in determinate circostanze controverse per evitare errori e polemiche”.
Un concetto che De Laurentiis ha avuto modo di esprimere con fermezza negli anni successivi. Due stagioni fa, ospite della Rubrica della Rai “5 minuti di recupero”, il Presidente ribadì: “In tempi moderni come questi è assurdo che il calcio non si adegui alla tecnologia, sarebbe il miglior modo per aiutare la classe arbitrale a non commettere errori”.
Fino ad arrivare all’anno scorso allorquando, ad ottobre, il Patron azzurro rilanciò con determinazione la sua idea anche nell’incontro in Lega con i vertici arbitrali: “Gli arbitri indovinano e sbagliano, è una realtà di sempre, fin quando non li aiuteremo con la moviola resteremo sempre in questa situazione”. Aggiungendo: “Servono 6 arbitri come si fa in Europa. Anche in campionato devono essere introdotti i due giudici di porta”.
Oggi la strada sembra essere esattamente questa.
Ma il Presidente non si soffermò solo sulla tecnologica, bensì auspicò anche una apertura di natura strettamente “umana” invitando la classe arbitrale al dialogo. “Io credo che anche gli arbitri debbano commentare ai microfoni le partite. Ritengo opportuno un sereno faccia a faccia post-gara tra arbitri ed allenatori così da chiarire a tutti la dinamica di alcune decisioni”. Che sia un’altra anticipazione sul futuro?
Fonte: sscnapoli.it
La Redazione
A.F.
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