La stagione delle occasioni perse. Al Napoli è mancato troppo spesso il colpo del ko, l’ultimo passo per il definitivo salto di qualità. Questione di mentalità, c’è ancora da lavorare molto per diventare una grande squadra, una squadra vincente. Napoli all’esame di maturità in questo finale di stagione. Primo esame contro l’Inter dell’ex Mazzarri, poi la finale di coppa Italia con la Fiorentina: quindici giorni importantissimi per ipotecare il terzo posto e vincere un trofeo, cioè due settimane decisive per dare un senso positivo alla stagione.
Gestione della partita
Questo il difetto principale degli azzurri. Il Napoli in vantaggio non riesce a gestire la partita come dovrebbe, l’input di Benitez è quello di spingere ancora per trovare il raddoppio. Ciò però non sempre avviene, la squadra paga lo sforzo e spesso alla prima distrazione viene punita. Ben sei le rimonte subite in campionato, dodici i punti lasciati per strada contro le squadre medio-piccole, proprio questa la differenza in negativo rispetto alla Juventus dei record e alla solidissima Roma di Garcia. Un errore simile è stato commesso anche in Europa League contro il Porto: il Napoli in vantaggio con la rete di Pandev non è riuscito a chiudere la partita e ha subito l’uno-due della formazione portoghese. Un problema che il Napoli si è trascinato per tutta la stagione. Il Napoli ha vinto solo tre volte per 1-0 (due in campionato con la Roma al San Paolo e il Torino all’Olimpico e in coppa Italia con la Lazio a Fuorigrotta), la Juve invece ha vinto ben otto volte per 1-0 conquistando così ben 24 punti in campionato.
L’enigma Hamsik
Lo slovacco continua a essere il vero enigma del Napoli. Con il nuovo modulo di Rafa proprio non riesce a brillare, anche se ci mette impegno e generosità. Mansioni tattiche diverse e posizione leggermente più avanzata, soprattutto spazi intasati in attacco. Ingabbiato così Marek non può rendere al massimo, la sua forza infatti è partire da lontano, lanciarsi negli spazi a puntare a rete. Ora il quadro tattico è diverso, si gioca con due esterni di attacco e una punta centrale, Hamsik quindi deve produrre giocate diverse e anche quando va al tiro il movimento non è quello da lui preferito. La situazione di disagio diventa ancora più evidente con la presenza da attaccante centrale di Higuain, l’argentino infatti ha grande qualità tecnica e si abbassa spesso per la giocata ai compagni a differenza di Cavani che invece si lanciava in profondità e lasciava spazi per gli inserimenti palla al piede dello slovacco. Difficoltà in questa stagione con Rafa le hanno avute anche altri calciatori che brillavano gli anni scorsi con Mazzarri e cioè Maggio, Behrami, Dzemaili.
Poco furore agonistico
Il furore agonistico, essenziale per conquistare le vittorie. Il Napoli lo ha evidenziato nei grandi appuntamenti al San Paolo contro Juve e Roma (doppio successo con i giallorossi), nei match di Champions League, in quasi tutte le partite da dentro fuori. Caratteristiche che invece sono venute meno in tante sfide di campionato contro squadre di livello inferiore. Il Napoli che gioca sempre allo stesso ritmo, senza sussulti particolari. E così quando il giro palla funziona a mille come in occasione del match contro la Juve il Napoli diventa irresistibile. Ma quando ciò non avviene la manovra risulta invece troppo prevedibile, soprattutto contro squadre di livello tecnico inferiore che preparano gare difensive.
fonte: il mattino
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