I rimpianti stanno cominciando a risalire e ad assalire il Napoli, proprio nella domenica in cui la Juventus batte il Torino e allunga le mani sullo scudetto e tutti si sono accorti che forse non tutto sarebbe andato perduto se magari gli azzurri si fossero comportati in altra maniera contro le cosiddette medio-piccole della serie A.
Una premessa: questo Napoli, come punti, è il secondo della storia. Ne ha conquistati ben 69, ovvero appena 3 in meno di quello che al termine della stagione 1989/90 conquistò il secondo scudetto (esattamente 23 anni fa, il 29 aprile del ’90, con un gol di Baroni alla Lazio). E poche altre volte il suo attacco ha superato i 64 gol e la sua difesa incassato meno di 32 gol. Insomma, un Napoli da favola, da incorniciare. Ma la domenica felice non ha portato gioia, ma un po’ di frustrazione in più per i tanti punti gettati al vento e perché poi, in fondo, se la Juventus non avesse travolto questo campionato con una media travolgente e quasi surreale (80 punti conquistati fino ad adesso), il Napoli avrebbe potuto rimanere in scia del primo posto ancora adesso. In altri tempi, con 69 punti infatti, il Napoli sarebbe ancora in corsa con lo scudetto. Ques’anno non è così. Con la serie A che sembra essere divenuta un po’ come la Liga, con due squadre a macinare punti (il Real e il Barcellona) e le altre a distanze abissali.
A guardare la classifica, aumentano i dolori allo stomaco: dal nono posto a scendere fino al sedicesimo posto, ovvero contro quelle squadre di metà classifica che alla fine non lottano per nulla, neppure per l’Europa League, è stato uno spreco dopo l’altro. A cominciare dalla trasferta di Catania, quello 0-0 ottenuto con la squadra in superiorità numerica per quasi tutta la sfida.
È un gioco virtuale che fa più male che bene. È un modo per dar ragione a Pandev e a tutti quelli che dicono che «con un più di continuità, con un po’ di cattiveria in più chissà se questo Napoli non avesse potuto osare».
Una stagione di occasioni perdute. Come «il suicidio» di Aronica in Napoli-Torino: quel retropassaggio killer che consentì a Sansone di ottenere la rete dell’1-1 a tempo praticamente scaduto e con il successo in pugno. Una iattura. E non finisce qui: a Bargamo, per esempio, uno dei peggior Napoli della stagione perse 1-0 in un mercoledì piovoso. L’Atalanta adesso è a metà del guado, praticamente salva. E il Bologna di Pioli bestia nera? Un pazzesco uno-due nel giro di 2’ con cui gli emiliani si sono presi 3 punti con una prodezza di Kone e un colpo di testa di Portanova. E il Bologna adesso è serenamente a quota 40.
La serie nera non finisce qui: prosegue a febbraio, nel momento in cui si spegne la luce di Cavani e il Matador perde la via della rete. E allora il Napoli infila una striscia di 4 pareggi complessivi. Ovvio, c’è pari è pari: buoni quelli con la Lazio e con la Juventus. Un po’ meno quelli con la Sampdoria (in casa) e con l’Udinese (che in quei giorni non era l’Udinese splendente di questi ultimi tempi). E infine il capitombolo choc in casa del Chievo, con tanto di errore dal dischetto del Matador. Insomma, quante occasioni perdute, quanti punti gettati al vento contro le squadre di metà-bassa classifica.
E nel frattempo il Napoli si coccola anche un altro record: Cavani pensa a raggiungere quota cento gol con la maglia del Napoli. Ora è quota 98. Nella classifica dei goleador di sempre, Cavani è ora al quarto posto. Prima di lui ci sono soltanto Vojak a 103, Sallustro a 107 e Diego Maradona, primo, a 115.
Fonte: Il ;Mattino
La Redazione
M.V.
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