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Dalle fatiche di Mazzarri alla collegialità di Benitez, sta nascendo il nuovo Napoli

Turn-over, continua formazione tecnica, collegialità e partecipazione le basi della creatura di Benitez

Nuova era, nuovo allenatore, nuovo ciclo, nuova mentalità. Il passato rappresenta solo la base, l’architrave su cui costruire il new Napoli, quello internazionale, targato Rafa Benitez. “Siamo un club ricco”, sostiene più volte il presidente De Laurentiis, che ha pronti 124,5 milioni di euro da investire nella Ssc Napoli. I botti stanno arrivando, spezzando le legittime perplessità che offuscavano l’entusiasmo dei tifosi a Dimaro. Il Napoli pesca in casa Real Madrid con Callejon, Albiol e Higuain, centravanti della Nazionale argentina, uno degli attaccanti più forti d’Europa. Il Matador è una perdita incredibile, ma Higuain segna una svolta epocale: il Napoli fa dei passi indietro sui diritti d’immagine e porta a casa un campione, si tratta dell’acquisto più costoso della storia del Napoli.

A Dimaro la finestra sul mercato è sempre aperta, ma il nuovo Napoli passa anche per i metodi di lavoro, la preparazione atletica, uno dei principali punti di forza dell’era Mazzarri, quando si praticava un calcio basato sulle ripartenze, sul dinamismo, sull’occupazione degli spazi con la corsa. “Il calcio che ci propone Benitez è bellissimo, vuole farci costruire il gioco”, così ha parlato Dzemaili dimostrando di apprezzare il lavoro dell’allenatore madrileno.

La nuova filosofia di calcio presuppone anche diversi metodi di lavoro. E’ una questione di priorità, nelle strategie di Mazzarri gli aspetti tattici ed atletici erano la chiave del successo, considerando la crescita tecnica come un’appendice che viene da sé, su cui non c’è bisogno di concentrarsi con costanza. Mi piace moltissimo la preparazione che ci sta facendo fare Benitez, il calcio è la palla. Non ho mai avuto problemi a correre, a faticare durante il ritiro ma non credo nell’idea per cui bisogna accumulare le energie in ritiro con un grande sforzo atletico”, così ha parlato Blerim Dzemaili in conferenza stampa.

Il centrocampista svizzero ha così compiuto una fotografia molto chiara del radicale cambio che si sta vivendo in casa azzurra. Mazzarri appartiene alla vecchia ma produttiva scuola italiana che concepisce i ritiri come appuntamenti in cui faticare per accumulare le energie necessarie ed essere brillanti fino agli ultimi appuntamenti stagionali.

Benitez, invece, esprime la filosofia spagnola, per cui la velocità e la qualità del palleggio i dogmi di una religione, nell’ambito di meccanismi tattici consolidati. “Lavorando sempre con il pallone, si dà ai giocatori l’impressione di non lavorare e si stancano di meno”, così Benitez si è espresso quando è stato chiamato in causa sulla preparazione atletica.

Non sono diverse solo le filosofie di lavoro ma anche i metodi. Mazzarri rendeva chiare le gerarchie sin dal primo momento ed era meno collegiale e partecipativo di Benitez. Rafa è un teorico del dialogo e della condivisione delle idee con lo staff e con i suoi calciatori.

Benitez realizza degli approfondimenti reparto per reparto, dando indicazioni precise sui movimenti da compiere, ha un’idea del calcio schematica, settoriale con i compiti precisi per ogni elemento della squadra. Nel suo 4-2-3-1 la difesa è molto bloccata, il centrocampo deve saper fare molto bene le due fasi, con il pressing alto e la qualità nella fase d’impostazione. Poi tocca agli esterni d’attacco in collaborazione con la prima punta di movimento inventare e costruire le palle-gol per far male agli avversari.

Durante il ritiro che volge al termine, abbiamo visto tanti colloqui di Benitez sia individuali che con gruppi ridotti; nelle chiacchierate con il centrocampo sono stati spesso coinvolti Hamsik e Pandev, posti al centro della trequarti nelle idee del tecnico madrileno.

Benitez non è ancora soddisfatto del centrocampo, vuole un rinforzo di grande livello che potrebbe essere Gonalons; anche sugli esterni c’è da capire come evolverà la situazione di Zuniga. Se dovesse partire il colombiano nella trattativa con la Juventus che potrebbe portare Alessandro Matri in azzurro, sarà necessario puntare su un altro giocatore sulla corsia sinistra che potrebbe essere Kolarov; sono già iniziati i contatti con Bozzo che ha il mandato per l’Italia per l’esterno del Manchester City. Il nuovo Napoli sta nascendo: turn-over, continua formazione tecnica, collegialità e partecipazione le basi della creatura di Benitez.

Fonte: Ciro Troise per “Il Corriere del Pallone”

La Redazione

C.T.

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