Nel 2012 guardava le regate con molta diffidenza, non tanto perché è una vela che non gli appartiene, ma perché l’Unione Industriali, protagonista dell’organizzazione dello scorso anno, ritenne di fare a meno dell’esperienza dei circoli velici per le World Series dell’America’s cup. Quest’anno tutto è mutato e Pippo Dalla Vecchia, presidente del Circolo Savoia e figura storica di questo sport a livello internazionale, è sulla tolda di comando per condurre i circoli nautici napoletani nella gestione delle manifestazioni collaterali.
Cosa è cambiato?
«Il fatto che Mario Hubler, appena diventato amministratore di Acn, la società che gestirà l’organizzazione, mi ha chiamato e ha ritenuto giusto coinvolgerci. Nel 2012 l’Unione industriali ci lasciò fuori e questo amareggiò me e non solo. Ma è acqua passata».
E i circoli?
«Ripeto, per me la nomina di Hubler è stata un colpo di spugna sulle amarezze e i circoli – Italia, Savoia, Posillipo, Canottieri, Lega Navale, Torre del Greco, Club Nautico, Sezione Velica Marina Militare – hanno fatto il loro dovere. Si sono riuniti in comitato, mi hanno nominato loro rappresentante e sono diventati protagonisti».
Come?
«Con tante iniziative sia dal punto di vista dell’ospitalità, da sempre è un nostro biglietto da visita, che dell’organizzazione fattiva di eventi».
È possibile stilare un calendario?
«A fine marzo ci sarà al Savoia una conferenza stampa di avvicinamento. Poi un’altra al Posillipo. Il 13 aprile saremo impegnati nell’organizzazione della Velalonga che per l’occasione si sposta alla vigilia della settimana dedicata all’America’s cup ed il 14 per la prima volta abbiamo convinto gli americani ad essere protagonisti in una regata costiera fino a Pozzuoli e ritorno. Ci saranno otto boe che costringeranno i catamarani a veleggiare sotto costa e così dal lungomare, da Nisida o da via Napoli a Pozzuoli queste barche ipertecnologiche si potranno quasi toccare con mano. Ovviamente siccome gli americani sono dei professionisti abbiamo pensato a un cospicuo montepremi di cinquantamila euro che sarà diviso tra il primo, secondo e terzo classificato per rendere la regata avvincente anche dal punto di vista agonistico».
Poi?
«La sera tutti al Circolo Canottieri per una cena da 1200 persone. Partecipanti alla Velalonga e americani. Nella storia non era mai accaduto che un gala avesse un così grande numero di partecipanti. Stiamo cercando uno sponsor che si occupi del catering. Tutto sarà difficile ma riuscirà in maniera impeccabile».
In cosa consiste il coinvolgimento delle scuole?
«L’Ufficio scolastico regionale si sta rendendo promotore di un concorso che porterà gli studenti sull’Orsa Maggiore della Marina Militare per seguire le regate. Saranno vere e proprie lezioni di mare e da parte nostra abbiamo messo a disposizione i circoli per organizzare corsi di vela gratuiti. La speranza è che nel prossimo futuro anche a Napoli ci potranno essere tanti giovani ragazzi che ameranno il mare e la vela».
Napoli offrirà un campo di gara spettacolare.
«Non c’era bisogno della Coppa America per dire che questo è un teatro fantastico sia dal punto di vista scenografico che agonistico. Qui ci sono state le Olimpiadi e i migliori velisti del mondo sono stati protagonisti di grandi regate. A Napoli si può organizzare tutto. Basta volerlo».
Preoccupato dopo il crollo del palazzo alla Riviera di Chiaia?
«Quando è accaduto ho pensato che tutto sarebbe saltato. Poi con l’apertura al traffico della parte di viale Dohrn, ho visto sia Hubler sia gli americani sollevati. Hanno studiato i correttivi necessari e con le dovute modifiche si riuscirà ad organizzare comunque una grande manifestazione».
Questa è la sua vela?
«Resto della mia idea».
Cioè?
«Questo è un circo Barnum fatto da trapezisti, giocolieri e saltimbanchi».
Quindi non le piace?
«È un’altra cosa ma è uno spettacolo che può servire anche alla mia vela che viaggia in modo sovrapposto. Può essere una promozione importante per chi voglia avvicinarsi. Una cosa non esclude l’altra».
Ci sarà il ritorno auspicato?
«Per quello bisogna aspettare. Noi vorremmo avere tanti ragazzini che si vogliono iscrivere, siamo aperti a chiunque voglia avvicinarsi a questo magico mondo».
E per la città?
«Per la città e gli alberghi lo speriamo perché c’è bisogno di un gran numero di turisti e visitatori che arrivino a Napoli. Ma sa che le dico?».
Prego.
«Che Oracle ha prenotato per cinque giorni cene di rappresentanza al Savoia ed abbiamo dovuto rifiutare altre richieste perché eravamo pieni. Spero accada a tutti. Il richiamo c’è. Come le belle speranze che nutriamo perché si parli di Napoli in maniera positiva in tutto il mondo. Di Napoli e di vela che raramente ha tutti questi spazi. Ci saranno inviati, giornalisti, accreditati. In tantissimi si occuperanno in quei giorni della vela in città».
Questa volta si è partiti prima. Non per tempo. Ma prima.
«Non conta tanto il tempo ma le idee. Se sono chiare si può realizzare quello che è possibile e il risultato sarà positivo con l’impegno di tutti. L’impossibile lo lasciamo agli altri».
Ma l’impresa vale la spesa?
«Se il ritorno è quello che dicono sicuramente sì».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro