Il centrocampista azzurro nonché nazionale elvetico Valon Behrami alla vigilia della gara dei rossocrociati contro la Grecia ha rilasciato un’intervista al portale 20min.ch nella quale parla del suo ruolo in nazionale, dei sogni scudetto, della rapina che lo ha visto coinvolto. Eccola tradotta da IamNaples.it per i suoi lettori:
Valon domani contro la Grecia non giocherai al fianco di Inler tuo compagno nel Napoli, ma con Pirmin Schwegler dell’Eintracht Frankfurt. Ti peserà questo cambiamento?
Direi di no, la mia posizione resta la stessa perché avrò la parte difensiva anche nel duo di centrocampo con Pirmin che si è proprio meritato la titolarità. Nel suo club sta disputando un’ottima stagione ed è un calciatore eccellente, uno che davvero può dare una mano.
Il ct Ottmar Hitzfeld ha detto che il centrocampo è un reparto che non gli dà preoccupazioni
Effettivamente è l’ ideale poter disporre di una bella scelta fatta di giocatori adatti al ruolo e in questo non contano i nomi, qui si tratta del successo della nostra nazionale. Hitzfeld ha fatto molti esperimenti fino a giungere all’assetto attuale. Il nostro schema adesso è il 4-2-3-1, uno schema nel quale giochiamo a nostro agio e nel quale siamo tutti consapevoli dei nostri compiti
Dall’estate scorsa sei a Napoli, il club del tuo capitano di Nazionale. È un vantaggio questo?
Proprio così, un bel vantaggio, sicuro. Gökhan conosce molto bene le mie qualità proprio come io conosco bene le sue. Quando lui va in attacco allora io resto dietro. E Gökhan è un giocatore da rifornire, a me piace di più temporeggiare. Naturalmente non disdegno l’impostazione, ma quando mi ritrovo al fianco di un calciatore con tali qualità tecniche non ho assolutamente problemi a lavorare per lui. Contro la Grecia Pirmin sarà impiegato nel ruolo di Inler e la partita sarà un buon banco di prova per testarlo.
Rispetto ad alcuni anni fa quando eri più emotive oggi sei diventato un po’ più tranquillo. Hai cambiato il tuo stile consapevolmente?
(sorridendo) Ho solo 27 anni. Oggi riesco meglio a padroneggiare le mie emozioni e a indirizzarle ad uno scopo. Prima non facevo altro che correre.
E oggi sei uno tra i giocatori che corre di più in Serie A
Sì ma oggi corro in modo più intelligente, cioè non mi metto a correre all’impazzata; ho imparato anche ad essere un poco più attendista. Prima volevo solo il pallone tra i piedi e anche subito.
Nella lotta scudetto il Napoli ha ridotto la distanza con la capolista Juventus a soli tre punti. Come vedi la corsa per il titolo?
La vedo sempre difficile. La Juve è una squadra abituata a vincere, noi no. A Napoli c’è il grande pericolo di sentire troppo la pressione.
E questo ha a che fare anche coi tifosi?
Sì, quando vinci tutto è super, quando perdi è nero pece. Non ci sono mezze misure a Napoli.
Come immagini la reazione a Napoli se riusciste a vincere lo scudetto dopo 23 anni?
Ogni tanto me lo immagino come potrebbero andare le cose ma questi pensieri me li tengo per me (ride). Tra di noi non parliamo di scudetto, a Napoli c’è già troppa pressione e se ci esaltiamo da soli allora diventa difficile.
A Napoli ci sono anche aspetti meno belli. In autunno sei stato rapinato in auto del tuo prezioso orologio. Lo hai recuperato?
No (mostrando il polso destro). Questo è un altro orologio, ma adesso lo lascio a casa, non lo porto quando esco.
Hai sensazioni sgradevoli quando guidi in Città?
No, di paura non ne ho. Mi piace la vita a Napoli e piace anche alla mia famiglia, ora come anche prima. Mi dispiace dell’episodio della rapina ma può capitare davvero ovunque. L’unica fortuna in questa storia è che mia moglie e mia figlia non fossero con me.
Fonte: 20min.ch
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La Redazione
Traduzione e adattamento a cura di Maria Villani
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