Italia batte Caronte. Almeno quello. Festa strozzata sul più bello ma la piazza non ha tradito. In 8000 sul lungomare e migliaia e miglaiia ancora nei locali e comunque in strada per godersi una serata di gala. L’Italia perde ma Napoli resta imbandierata e fino alla fine ha incitato gli azzurri con il più classico del grazie ragazzi. Tricolori a sventolare. Con in mezzo qualche chiazza di azzurro i colori che portano Cavani e Cannavaro. Napoli è l’Italia e nessuno se lo dimentica. Così l’inno di Mameli è stato cantato a squarciagola prima, durante e dopo la partita. Immagini proiettate in tutto il mondo perché in strada ci sono le televisioni di tutto il pianeta. E non c’è balcone che sia uno a non essere addobbato con coccarde, drappi, qualsiasi cosa purché dentro a brillare siano il rosso, il bianco e il verde. E i napoletani in strada a fare festa incuranti dell’asfalto bollente e dall’alito di Caronte che sferza le facce con le sue zaffate a 32 gradi. Un passaparola cominciato intorno alle 16 quando le spiagge si sono improvvisamente svuotate perché è cominciata la grande attesa per la partita dell’Italia. Il lungomare il luogo del ritrovo fin dal pomeriggio inoltrato. Lì il Comune ha piazzato un maxi-schermo con una superficie di 30 metri quadrati grazie all’impegno dell’assessore Giuseppina Tommasielli e del suo braccio destro Fabio Mangieri, e agli sponsor: la Puma Italia, la Tim e soprattutto Carpisa-Yamamay, sponsor del Napoli calcio femminile fresco di promozione nella massima serie e vincitore della Coppa Italia. Una festa cominciata proprio con la proiezioni delle immagini più belle delle gare delle ragazze accompagnate dalla musica dei dj di Radio Kiss kiss. Una voglia di festa irrefrenabile, Kiev – sede della finale dei campionati europei di calcio fra Italia e Spagna – compare sullo sfondo dello schermo di tanto in tanto e sono boati, trombette, tric trac e compagnia bella. Con il fiato sospeso fino al fischio finale, e i cori di incitamento che si sono levati altissimi fin dall’inizio. A ogni tocco di palla degli azzurri un sussulto, un olè un forza Italia liberatorio. Poi la doccia fredda del primo gol spagnolo, qualche attimo di pausa nei cori e di nuovo a incitare. Alla seconda marcatura il morale crolla però il grazie ragazzi resta. Alla fine del primo tempo almeno la metà degli 8000 abbandona il campo, ma resta sul lungomare a smaltire la delusione. Perché i prodromi della sconfitta c’erano tutti e così è stato. Come nella migliore tradizione decine e decine le bancarelle che hanno fatto buoni affari almeno prima dell’inizio della partita. Bandiere, trombette, cappelli tutti rigorosamente tricolore e magliette della nazionale aono andate a ruba. I costi delle bandire, a seconda delle dimensioni, da un euro e un massimo di cinque. Qualche soldo in più per le finte maglie originali degli azzurri, quella di Balotelli, cittadino onorario, la più gettonata. Bandiere e festino anche a Chiaia. Dove si trovano moltissimi locali. I gestori per evitare incassi magri come quando il Napoli gioca in notturna si sono attrezzati con televisioni maxi e ricchi cotillon. Via le tovaglie dai tavoli che saranno, invece, apparecchiati con il tricolore, il personale vestito con i colori della bandiera e il tricolore a farla da padrone anche nei piatti. Fantasia al potere, la Margherita è nata da queste parti e così viene per l’occasione messa in tavola la «Pizza Italia» rigorosamente bianca, rossa e verde. Ingredienti della pizza per Euro2012 sono la mozzarella di bufala, i friarielli e i pomodorini. Ma Napoli non si è limitata alla pizza. Al Gambrinus, il pasticciere ha messo nei piatti una torta bianca rossa e verde con al centro la riproduzione della Coppa Europa. «Sarà per la prossima volta, grazie lo steso azzurri».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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