“A 10 anni facevo danza classica, sognavo Amici. Poi ho scelto il calcio e il Napoli!”. Perché la vita, molte volte, ti mette davanti ad un bivio. A delle scelte. E così è stato anche per Genny Tutino: la danza o il calcio? Alle mezzepunte ha preferito le scarpe con i tacchetti, alle pirouettes i colpi di tacco. Invece di Maria De Filippi, sulla sua strada, si è ritrovato Mazzarri, Benitez e Sarri. “E non ho capito ancora se ho fatto la scelta giusta”, ci racconta ridendo.
Una cosa è certa: il calcio è nel destino di questo ragazzo. Lo testimonia il suo talento, cristallino. Un dono datogli dalla natura. Se n’è accorto il Napoli, che a 12 anni lo ha portato in azzurro. E Tutino ha fatto gran parte della trafile delle giovanili giocato con ragazzi di uno o due anni più grandi di lui, talmente era forte. Anche per le attenzioni che ha sempre ricevuto sin da giovanissimo ha un po’ perso la testa, commettendo degli errori che lui stesso ammette. Ma ora, alla Carrarese, ha trovato l’ambiente giusto per maturare definitivamente. “Basti pensare che negli ultimi 2 mesi sono stato costretto a perdere 5 kg – ha raccontato a GianlucaDiMarzio.com – ed ora sto veramente bene. Sono sempre stato un po’ mangione, in passato raramente mi sono gestito perché sono una testa di ca… ! Però questo è l’anno giusto per fare il salto di qualità, per fortuna l’ho capito che prima che diventasse troppo tardi. Purtroppo negli anni scorsi pensavo ‘tutti parlano di me, le qualità ce le ho e diventerò calciatore’. Poi ho capito che il successo te lo devi guadagnare. Ora faccio una vita sana, mi impegno al massimo e ho addirittura assunto una nutrizionista per seguirmi. E finalmente sto bene”. Domenica, per Tutino, è arrivato anche il primo golstagionale, nella gara vinta per 4-1 contro l’Olbia: “Finalmente. Ci tenevo particolarmente a sbloccarmi e devo dire che il gol è arrivato in una giornata speciale: era il compleanno della mia fidanzata, che era allo stadio insieme al mio migliore amico. Una tripla soddisfazione!”.
Insomma, ora Tutino sembra aver raggiunto il giusto equilibrio. Il tempo perso gli è servito da lezione, così come il grave infortunio rimediato a Vicenza che lo ha aiutato a maturare: “Purtroppo di errori ne ho fatti, sia con i miei compagni che con gli allenatori. Ora ho capito che se non giocavo la colpa era solo mia perché ogni allenatore fa giocare chi merita, di certo non mette in campo uno più scarso perché qualcuno gli sta antipatico. Ora se mi viene da dire una parolina mi controllo e, soprattutto, seguo i consigli dei compagni più esperti. L’infortunio? E’ arrivato nel periodo peggiore. Mi trasferii in una piazza importante come Vicenza, con la fortuna che poi ci fu il ripescaggio e mi ritrovai in Serie B alla mia prima esperienza. Purtroppo, però, mi sono rotto il legamento crociato anteriore del ginocchio destro equest’infortunio, insieme ai miei errori, mi ha fatto perdere almeno un anno e mezzo. Poi sono ritornato in sovrappeso, l’esperienza al Gubbio è stata condizionata anche da questo. Ma posso dire che la mia maturazione sia avvenuta quest’estate, quando Sarri mi ha portato con lui in ritiro e quando il Napoli mi ha dato fiducia prolungandomi di un altro anno il contratto dimostrandomi fiducia nelle parole del dirigente Pompilio. Lì mi è scattata una molla, ora non posso dire che sono un professionista esemplare ma mi impegno e faccio una vita regolare”.
E allora via di ricordi, a quei momenti vissuti con il Napoli. Perché Tutino ha lavorato con Mazzarri, Benitez e Sarri, apprendendo tanto dai molti campioni conosciuti. “Soprattutto da Hamsik, un professionista esemplare. Lo dico perché l’ho visto con i miei occhi, a volte qualcuno neanche può immaginare cosa ci sia dietro un campione. Quest’estate pensavo ‘lui è il capitano ed è sempre il primo ad arrivare e sta in silenzio, io non sono nessuno e penso già di essere arrivato’. Così ho capito che dovevo cambiare. E poi c’era Cavani: ricordo che in un’esercitazione 11 contro 0 buttava dentro ogni palla che gli arrivava, facendo innervosire De Sanctis”. E poi quella volta quando Tutino, involontariamente, portò Mazzarri a interrompere l’allenamento: “Sono un giocatore estroso, a volte mi piace esagerare nei dribbling. Una volta, in allenamento, ne feci due su Behrami aspettandolo per il secondo. Poco dopo lui mi falciò, entrandomi sulle gambe. Mazzarri fischiò la fine dell’allenamento, Cannavaro e Grava mi difesero. E Behrami mi disse ‘hey bimbo, io ho 30 anni e non mi faccio prendere in giro da te’. Alla fine però tutto si risolse per il meglio e la prendemmo a ridere”.
Il Napoli nel suo passato e, Tutino spera, anche nel suo futuro. Ma ci sono state delle squadre che hanno provato a strapparlo agli azzurri, all’estero ma soprattutto in Italia. “Sì, il mio procuratore mi disse che c’era una squadra inglese che mi voleva. E poi una volta Marotta mi chiamò, quando io ero in scadenza. Mi disse che se il Napoli non mi avesse prolungato il contratto avrei potuto firmare con la Juventus. Poi la società mi propose un triennale e io non esitai neanche un secondo, volevo restare in azzurro”. Perché quella maglia è sempre stato il suo sogno, sin da bambino: “Mio padre mi portava allo stadio quando il Napoli era in Serie C, andavo nei distinti. Ho un fratello ultrà, siamo una famiglia di tifosi. Ora attendo la partita con il Benfica, ma vinciamo 1-0 con gol di Hamsik!”.
La danza, come detto, era la sua passione da bambino. E quella attuale? “I miei capelli! Ci hanno provato in tutti i modi a farmi cambiare pettinatura, Benitez mi diceva ‘se non te li tagli domani non ti faccio allenare’. Io ho sempre resistito ma se ora Sarri mi chiamasse al Napoli mi taglierei anche le orecchie!”. Poi PlayStation, qualche partita a tennis, le cene con la fidanzata e i tatuaggi: “A 18 anni ero già pieno, poi mi sono calmato. E’ uno dei cambiamenti che ho avuto maturando”.
Parole sincere, di chi veramente ha iniziato a credere in quello che fa. Per Genny Tutino, a 20 anni, non è affatto tardi. Domenica il primo gol con la maglia della Carrarese, sognando il San Paolo e quel Napoli per cui tifa da bambino.
Fonte: GianlucaDiMarzio.com
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