Una giornata camel trophy, scandita da tempi incalzanti. Quando arriva la Vecchia Signora è sempre così. I 90 minuti si dilatano in ore, giorni, settimane. Anticipi e posticipi non sono più mere questioni di calendario calcistico e diventano invece personali faccende di sopravvivenza. «Io mi avvio tre ore prima» è una costante. «Mangio dopo, e prima chi ce la fa!» un obbligo digestivo. La Juventus ritardata di pioggia e polemiche non ha fatto altro che prolungare un’attesa che ha il sapore di sfottò trascinati all’ultimo post di Facebook: «Era sfida tra titani già dai tempi di Sormani. Con Scirea e Carmignani si veniva anche alle mani…» celebra un aulico internauta del gruppo «Napoli nel cuore» mentre un tifoso neorealista poco avvezzo alle metaforiche perdite di tempo poetiche: «L’amma arapì a capa!» con tanto di faccina a sorriso smagliante, come dire vi minaccio, ma con gioia. Ci si interroga su questioni antropologiche al ritmo della hit più gettonata dal web dei supporter azzurri: «Ma perché sei tifoso della Juve se vivi a Napoli?». La canta Angelo Forgione, parla di terroni e di leghisti, cita il Regno di Napoli e Cavour, e stimola la curiosità di improvvisati psicologi pallonari: «Sono difetti di fabbrica». «Uagliù, è ora» conclude frettoloso l’ultimo post. Di nuovo l’inesorabile scorrere del tempo. Un salto del cronometro dall’arena virtuale alla realissima bolgia del San Paolo. Salutata da un’ovazione la cresta di Hamsik in tuta. Salutata da una bordatona di fischi la pelata di Chiellini. Il pampa Sosa scherza col Pocho nel bel mezzo della diretta prepartita di Sky. Una bandierona del Regno delle Due Sicilie inspiegabilmente appare nei distinti, capitale dell’orgoglio contro capitale dell’imbroglio chiosa la curva B, «11 leoni» sventola la curva A. Lo speaker finalmente dice che il tempo è quello giusto.
La Redazione
P.S.
Fonte: Il Mattino
