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Dal trofeo d’oro di Maradona alla banda che narcotizzò Zalayeta

Il furto più significativo ai danni di un azzurro, anzi del più grande dei giocatori del Napoli, avvenne nel 1989. La banda del buco entrò nel caveau della Banca della Provincia di Napoli e da una cassetta asportò il Pallone d’oro assegnato da «France Football» a Maradona tre anni prima, oltre a gioielli e orologi che appartenevano alla famiglia di Diego. Quel trofeo, del quale l’argentino andava molto orgoglioso perché all’epoca gli extracomunitari non potevano vincerlo, non venne mai restituito. Il boss pentito Salvatore Lo Russo, a distanza di anni, avrebbe raccontato che perfino il suo intervento fu inutile. Sollecitato da presunti amici di Maradona, il camorrista arrivò in ritardo: il Pallone d’oro era stato fuso in lingotti piazzati sul mercato nero.
Anche più recentemente i giocatori del Napoli sono finiti nel mirino di ladri d’appartamento e scippatori. Fece notizia lo scippo subito a Fuorigrotta, a poche centinaia di metri dallo stadio e dal commissariato San Paolo, da Hamsik il 18 dicembre 2008. Marek presentò denuncia per il furto di un Rolex dal valore di 25mila euro. Pochi giorni dopo, quando era in Slovacchia per le vacanze natalizie, venne raggiunto dalla notizia che alcuni presunti tifosi si erano recati in Questura per restituire il prezioso orologio. «Anzi, mi aspettano in aeroporto per ridarmelo», disse Hamsik ai giornali di Bratislava. Si ipotizzò un intervento della malavita organizzata, subito smentito. Un mese prima dello scippo ad Hamsik (15 novembre) un altro azzurro della squadra di Reja, il giovane trequartista Russotto, aveva subito una rapina a Marechiaro: due persone, probabilmente armate, gli intimarono di consegnare la Bmw. L’auto venne ritrovata qualche giorno dopo a Marianella. Il Napoli multò il giocatore perché era in giro a tarda notte. A proposito di auto, quella rubata in via Petrarca venne restituita a Navarro, quando i ladri si accorsero che era del portiere argentino.
L’episodio di cronaca nera più clamoroso ha riguardato Zalayeta, l’attaccante uruguaiano che ha indossato per due anni la maglia del Napoli. Nella notte del 14 maggio 2009, mentre dormiva nella sua villa al Lago Patria, venne narcotizzato da una banda di ladri d’appartamenti. Furono prelevati una collana dal valore di 12mila euro, due orecchini da 20mila euro, una playstation (non toccati alcuni trofei vinti dal giocatore ai tempi della Juve) e l’Audi R8 valutata 116mila euro. Zalayeta venne svegliato dai poliziotti, chiamati dalla donna di servizio. «Non mi sono accorto di nulla, probabilmente i ladri sono entrati in casa alle due di notte», spiegò Marcelo, che pochi giorni prima era “scomparso” senza dare notizie ai dirigenti del Napoli. Venne sostituito da Donadoni durante la artita di Siena e non si fece vivo per 48 ore.

 

La Redazione

A.S.

Fonte: Il Mattino

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