Lo sanno, tocca a loro. Cavani, Lavezzi e Hamsik non hanno bisogno di raccontarsi ciò che c’è’ da fare. Un cenno e via. Un’occhiata all’ultimo, dolente segmento di stagione e il giuramento del gol è cosa fatta. Del resto, chi altri se non loro, celebrata prima linea azzurra, hanno il potere e pure il dovere di tirarsi su i calzini e di rimettere il Napoli sulla rotta che porta all’Europa buona, all’Europa vera del pallone, a quella saporosa Champions, portatrice di soldi e di pailettes? D’accordo, negli ultimi tempi il Napoli questo percorso se l’è maledettamente complicato, ma non è detta l’ultima parola. A patto, è ovvio, che si tiri subito fuori dalla crisi di gioco e risultati e che riaccenda il fuoco dell’autostima e delle motivazioni forti.
RILANCIO – Ma perché ciò accada c’è bisogno che i nomi più rappresentativi e più di qualità diano al resto della squadra i tempi del riscatto. Che nel caso azzurro vuol dire soprattutto “chiudere la porta” e ricominciare a fare tanti gol. Ecco, dunque, perché tocca a loro. Ecco perché è il momento dei tre tenori ultimamente con la voce bassa. Punto e capo, allora. D’ora in avanti e per sei partite più la finale della coppa Italia, serviranno un po’ di quei do di petto che fanno tremare stadi ed avversari. Servirà che i tre stimati giovanotti azzurri tornino a fare il loro mestiere con la lucidità e la mira dei giorni migliori. Perché non è per caso che tutti e tre assieme, il Pocho, El Matador e il Professore, siano il secondo miglior tridente del campionato dopo quello rossonero: 39 gol in tre Ibrahimovic, Nocerino e Robinho e 35 i tre napoletani. Mentre ben più staccati sono quelli di Inter e Udinese (28) e di Lazio e Roma (26). Numeri che non rendono giustizia alla classifica della squadra di Mazzarri, ma che lasciano ancora aperta la speranza d’una straordinaria, quasi miracolosa risalita al terzo posto.
Cavani, Lavezzi e Hamsik, dunque. Il primo, il capo della banda del gol, protagonista di un’altra, personale, straordinaria stagione da bomber con 19 centri in campionato e ben 28 tra campionato e coppe; Lavezzi, invece, ad un passo da quella doppia cifra che, che fosse Argentina oppure Italia, non ha mai raggiunto da quando gioca in A; Hamsik, infine, il quale – complice una posizione sempre più da mediano che da mezzo attaccante – viaggia appena un po’ sotto i suoi standard di centrocampista-killer, ma che ha ancora sei partite per tornare, come negli ultimi due campionati, in cifra doppia.
IL TRIO – Tre campioni, tre tenori che – difetti, indolenze e temporanee sparizioni che pure fanno parte della normale storia del pallone – spesso sono la forza vera, trainante della squadra. Non per nulla appartiene a loro il 62,5 per cento dei gol fatti dalla squadra: 35 su 56. Media che sale addirittura nella felice esperienza della Champions (64,2 per cento del totale gol) e che, in attesa della finale con la Juve, scende, invece in coppa Italia: 57,1. Niente male. Una fantastica combriccola del gol messa in ombra soltanto dalle ultime tre maledette sconfitte in campionato. Ma ora basta. «Bisogna tornare ai ritmi e ai successi precedenti alla malanotte londinese» , questo il senso del giuramento dei tre tenori azzurri. Poche parole, uno sguardo d’intesa, un cenno e via all’operazione terzo posto. Perché, come il resto della squadra, credono ancora in quel traguardo. Ma sanno bene che dovranno darsi fare come e più di prima là davanti. Il Napoli, infatti, reclama i loro gol pesanti. Quelli che sino ad ora hanno fruttato il 57,8 per cento dei punti complessivi. E cioè: 27,75 di quei 48 che oggi si ritrova. E sì che ne servirebbero di gol pesanti per riacciuffare un terzo posto che, media alla mano, oggi si colloca a 66 punti e poco più. Il che vuol dire che il Napoli ne dovrebbe fare almeno sedici in queste ultime sei gare: cinque vittorie ed un pareggio. Ebbene, la tabella dei tre tenori è proprio questa.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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