Da sempre, per antonomasia terra del “taralluccio e vino” da qualche anno a questa parte Napoli, anche grazie al Napoli risollevatosi dalle sue ceneri,sta cominciando ad assumere una mise “europea”. Dopo ventun lunghi e strazianti anni infatti l’impresa di tornare nel calcio che conta è riuscita: da settembre dopo i fasti ingloriosi contro Cittadella e Manfredonia lo stadio San Paolo ospiterà top player del calibro di Messi,Ronaldo o Rooney. La squadra è coesa e ben diretta dal riconfermato Mazzarri ma la piazza si aspetta un ulteriore salto di qualità: in questi giorni si fanno calde le piste per rinforzare una mediana che molto probabilmente sarà del tutto inedita,nella candidatura a playmaker si alternano i nomi di Inler,Dzemaili,Vidal e Palacios(il meno probabile ndr),oltre al quasi certo Donadel (in scadenza con la Viola). Le telenovelas scaturite ogni qualvolta il santone De Laurentiis si accinga a metter mano al portafoglio sono frutto di una strategia ben precisa che fino ad oggi tanto ha fruttato nelle casse della società sportiva calcio Napoli. In un periodo di crisi e tanto decantato fair play finanziario la strategia aziendale della società ha sancito stagioni vincenti sia in chiave sportiva che finanziaria. Il giocatore che guadagna di più è il capocannoniere Cavani (1.8 mln all’anno circa) ,un nazionale come Maggio si “accontenta” di meno di ottocentomila euro l’anno e il monte ingaggi del Palermo (bella realtà ma di sicuro non di primissima fascia) supera di gran lunga quello della società partenopea. Nella speciale classifica ingaggi dell’ultima serie A il Napoli risultava essere nona,bella plusvalenza essersi classificato terzo in quella reale. Plusvalenze positive arrivano anche dagli introiti,che sono attivi per una somma intorno ai dieci milioni,che agglomerata al tesoretto pro-mercato e alle entrate delle cessioni può costituire una solida base per un Napoli competitivo anche in Europa. Lungi dal presidente fare follie per un top player affermato,questo mercato vedrà un canovaccio molto simile agli ultimi (seppur con maggiore qualità): la salary cup non verrà intaccata, ma sarà leggermente accresciuto l’investimento sugli ingaggi e non si faranno follie per ventottenni quali Inler, si punterà su giovani e svincolati di lusso per creare un mix che possa far rifiatare i giocatori, molti dei quali saranno impegnati per la prima volta in carriera col tour de force campionato, Champions League e Coppa Italia. A quei tifosi che vogliono il gran colpo, il vecchio marpione,capo di un’azienda quanto mai sulla cresta dell’onda, dice di pazientare… “Non sono mai venuto meno ai progetti, alle promesse fatte” anzi per onor di cronaca il saggio Aurelio aveva promesso la Champions per la stagione 2012/2013. Quindi sarebbe sbagliato snaturare una politica così fresca e a lungo termine per la tremarella che i grandi palcoscenici possono dare.
Servizio a cura di Mirko Panico
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